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Delrio scrive a Genedani per… prendere tempo

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Sono mesi che l’autotrasporto scrive al governo e in particolare al ministero dei Trasporti per chiedere un incontro chiarificatore su molti temi di interesse della categoria. Oggi, il ministro Graziano Delrio risponde, ma ripaga – come dire – con la stessa moneta l’autotrasporto. La sua risposta infatti, indirizzata personalmente al presidente di Unatras, Amedeo Genedani, è soltanto una lettera di intenti e di promesse, ma non contiene ancora una convocazione, com’è costume in questi casi. Insomma, è un po’ come quando si è creditori di una somma da qualcuno e questi, dietro specifica richiesta di saldare, piuttosto che pagare promette di farlo. Prende tempo, per dirla più sinteticamente.

E le promesse nella missiva ministeriale sono veramente tante. Facciamo qualche esempio. A Genedani che si lamenta della «frammentarietà del dialogo» tra ministero e associazioni di categoria dell’autotrasporto, Delrio replica assicurando «massima disponibilità al confronto». E poi, come il debitore che intende rabbonire il creditore, esprime assoluto apprezzamento per «il senso di responsabilità e di collaborazione manifestato dalle associazioni dell’autotrasporto» rispetto alle norme contenute nella legge di Stabilità e si dice sicuro che tali norme, oltre a infondere effetti positivi sul sistema di trasporto, «assicureranno vantaggi competitivi anche alla categoria dell’autotrasporto».

Seguono poi alcune  giustificazioni al ritardo nella pubblicazione dei decreti attuativi. L’argomento principale al riguardo poggia sul fatto che questi decreti non sono di esclusiva competenza del ministero dei Trasporti, ma coinvolgono anche altri ministeri, senza considerare che in qualche caso bisogna pure relazionarsi con la Commissione europea. In ogni caso – prosegue Delrio – «sono state programmate a breve diverse riunioni tecniche di confronto su vari temi al fine di definire, sentendo le categorie interessate, anche i testi dei decreti attuativi citati». E tra questi – anticipa Delrio (ma sarebbe meglio dire «promette») – c’è anche quello, espressamente richiesto dall’autotrasporto, relativo alla «ripartizione delle risorse già stanziate per favorire la sostituzione dei veicolo obsolete».

Segue poi uno sprazzo di puro equilibrismo politico, quando Delrio, rispetto «al trasferimento su rotaia di parte del trasporto stradale», precisa che tali scelte «dovranno tener conto del complesso delle ricadute sulle diverse modalità di trasporto». Frase che di per sè suona un po’ generica. Così come generici appaiono gli impegni a lavorare per risolvere la ricaduta sull’autotrasporto della crisi dell’Ilva, la vicenza Sistri e la lotta al cabotaggio illegale. E qui il testo della lettera sembra un po’ una beffa, perché Delrio ricorda che rispetto ai controlli finalizzati a combattere l’illegalità nel settore «è stato siglato tra il nostro ministero e i ministeri dell’Interno e del Lavoro e delle Politiche sociali un protocollo di intesa». Ma come, proprio quel protocollo rispetto al quale l’autotrasporto, in altra lettera, aveva lamentato di essere tenuto all’oscuro e aveva richiesto un incontro per esserne edotto? Citarlo qui, senza assecondare la richiesta di incontro, forse è stata una sorta di svista.

Comunque – conclude il ministro, quasi allargando le braccia – se anche non foste soddisfatti, presto potreste diventarlo, perché «ho dato mandato alle strutture di gabinetto di convocare, a breve, un incontro con le associazioni di categoria». Insomma, sembra chiosare Delrio, continuate a scrivere e soprattutto non disperate, perché di promesse ne abbiamo ancora tante. Per i fatti, invece, ci stiamo attrezzando.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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