I divieti di circolazione che l’Austria vorrebbe imporre in Tirolo ai camion in transito diventano finalmente un caso europeo. Il governo di Vienna – o per meglio dire quello di Innsbruck – mira infatti ad ampliare le pesanti limitazioni al trasporto di alcune merci e di alcuni autoveicoli provenienti dall’estero nel Land del Tirolo e, in questo modo, andrebbe a colpire esclusivamente il traffico di transito e, a maggior ragione, quello gestito dall’autotrasporto italiano, costretto di fatto a dover passare dal confine austriaco per salire in Europa. Una discriminazione assolutamente contraria ai principi cardine del mercato unico dell’Unione europea.
Proprio per questo, dopo aver posto la questione nello scorso febbraio in maniera solitaria, adesso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, trova un alleato forte nel suo omologo tedesco, Andreas Scheuer. E insieme hanno scritto alla Commissaria europea ai Trasporti, Violeta Bulc, per riaffermare «la propria contrarietà nei confronti delle misure restrittive per l’autotrasporto previste unilateralmente dal Tirolo», ma soprattutto per chiedere a Bruxelles di invitare «le autorità austriache a desistere dall’adozione di misure che, se adottate, arrecherebbero un ingente danno alle imprese di autotrasporto che attraversano il corridoio del Brennero, con pesanti ricadute sull’economia italiana e su quella tedesca».
L’Austria, già nello scorso autunno, aveva preso un’iniziativa solitaria in materia di divieti per estendere il “divieto settoriale”, per restringere il divieto notturno per merci deperibili, per allargare il sistema di dosaggio dei veicoli in 15 giornate in più rispetto al passato, per arrivare a limitare il transito anche a veicoli Euro VI, senza ovviamente tener conto che dalla porta dei confini alpini passa il 70% dell’export nazionale e che per forza di cose, almeno fino a quando non verranno realizzate nuove infrastrutture ferroviarie, viene trasportato in buona parte su gomma.
Divieti ai camion in Tirolo: il ministro Toninelli trova alleati in Germania per porre la questione a Bruxelles
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