L’imminente entrata in vigore – 1° gennaio 2019 – dell’obbligo di fatturazione elettronica per tutti gli operatori residenti o stabiliti in Italia si fa sempre più vicina e sta causando sempre più preoccupazione anche a trasportatori e aziende di trasporto.
Per facilitare l’apprendimento delle nuove procedure informatiche, l’Agenzia delle Entrate ha così deciso di pubblicare alcuni strumenti informativi sul proprio portale online, nella sezione “Fatture elettroniche e corrispettivi”. Precisiamo che si tratta di strumenti del tutto gratuiti. Ecco il link
Vi si può trovare la Guida pratica, due video tutorial che riguardano la fattura elettronica e il QR Code. Questi aiuti permettono di comprendere – più o meno – come inviare, conservare e consultare i documenti fiscali elettronici, nonché le normative di riferimento.
Più nello specifico, la Guida:
- spiega nel dettaglio cos’è la fattura elettronica e che dal 1° gennaio 2019 tutti i soggetti residenti o stabiliti in Italia dovranno emettere e ricevere fatture esclusivamente in formato elettronico, sia gli operatori Iva (operatori Business to Business B2B) sia i consumatori finali (Business to Consumer), seppur con alcune eccezioni come i contribuenti che aderiscono al regime dei minimi o al regime forfettario del 15% e i piccoli produttori agricoli. Il documento di riferimento è la circolare Entrate del 30 aprile 2018. Per compilare una fattura elettronica è necessario comunque possedere un pc o un tablet o uno smartphone e un programma software dedicato.
- illustra le modalità di predisposizione ed invio della fatturazione elettronica. L’Agenzia Entrate mette a disposizione dei contribuenti tre tipologie di programmi per predisporre fatture elettroniche: una procedura web (accedendo alla sezione “Fatture e Corrispettivi”); un software scaricabile direttamente su pc, senza necessità di essere connesso alla rete; l’app ‘Fatturae’ per tablet e smartphone, scaricabile sia dagli store Android che Apple. Va ricordato però che questi strumenti sono pensati e rivolti soprattutto agli operatori che emettono un numero contenuto di fatture e che sono soliti predisporle con gli usuali programmi di videoscrittura o su modelli prestampati in carta. In tutti gli altri casi, quando cioè gli operatori devono trattare una grande quantità di fattura elettroniche, è bene scegliere uno dei tanti software privati, individuabili via Internet e spesso rilasciati dagli stessi produttori dei software gestionali utilizzati dagli operatori per predisporre e registrare in contabilità le fatture;
- chiarisce come funzioni il Sistema di Interscambio (SDI), ovvero lo strumento per inviare ai propri clienti le fatture emesse (che altrimenti sono considerate non emesse). Per inviare il file XML della fattura elettronica al SDI esistono diverse possibilità:
– con un servizio online (presente nel portale “Fatture e Corrispettivi”) che consente di caricare il file XML, elaborato precedentemente e salvato sul proprio pc;
– mediante la procedura web oppure l’app Fatturae;
– attraverso la Posta elettronica Certificata (PEC), inviando il file della fattura come allegato all’indirizzo sdi01@pec.fatturapa.it;
– attraverso un canale tematico (FTP o Web Service) preventivamente attivato con il Sistema di Interscambio (SDI). Una volta ricevuta la fattura dal fornitore o nell’eventualità dal suo intermediario e in caso di esito positivo dei controlli previsti, il SDI provvede a consegnarla all’indirizzo telematico presente in fattura, così che la stessa verrà inviata alla PEC oppure al canale telematico, comunicato dal cliente al suo fornitore e riportato da quest’ultimo in fattura. Per agevolare questo passaggio e renderlo più sicuro, l’Agenzia delle Entrate consente a tutti gli operatori di generare un QR Code contenente il numero di partita IVA, tutti i dati anagrafici e l’indirizzo telematico al quale si vogliono ricevere le fatture. Una specie di “biglietto da visita” che potrà essere portato su carta o come immagine sullo smartphone e mostrato al fornitore, il quale potrà leggerlo e acquisire tutti i dati senza rischio di errore, come oggi si fa con la tessera sanitaria quando si effettua una spesa medica;
- descrive, in maniera dettagliata, tutti i servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Tra questi uno particolarmente importante è quello di conservazione elettronica obbligatoria delle fatture. Per assolvere tale obbligo infatti non è sufficiente una semplice memorizzazione delle fatture sul PC, ma deve essere svolto un processo regolamentato tecnicamente dalla legge. L’Agenzia mette gratuitamente a disposizione un servizio di conservazione elettronica, accessibile dall’utente dalla sua area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi”;
- elenca la normativa e la prassi di riferimento alle quali attenersi.
Fino a qui le nuove regole. Però se siete arrivati fino a questo punto una riflessione è necessaria. La domanda che sorge spontanea è: “Ma a chi serve davvero questa riforma?” Perché certamente la fatturazione elettronica potrà semplificare la vita alla burocrazia, ma la complica terribilmente alle imprese, ai professionisti e in generale ai portatori di partite IVA. In altre parole: la semplificazione amministrativa dovrebbe portare benefici ai cittadini, non all’apparato. Il dubbio è che chi ha predisposto questa normativa non abbia mai avuto occasione di emettere una fattura… Chi gira tutto il giorno in camion o chi deve gestire il traffico dei mezzi o chi ha mille incombenze amministrative all’interno dell’azienda di trasporto difficilmente può trovarne altro per generare il QR Code o scaricare l’app o guardare il sito Internet. La cosa grave è che con la fatturazione elettronica si presuppone che tutti cerchino di fregare l’Agenzia Entrate, il che a sua volta presuppone che la lotta all’evasione fiscale sia stata data per persa. Le inefficienze della Pubblica Amministrazione vengono insomma ribaltate contro chi produce reddito e ricchezza. Si sottopongono a ulteriori controlli coloro che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono già controllati, mentre chi ruba allo Stato continuerà a farlo impunemente. Dalla padella alla brace, verrebbe da dire.