Paese che vai, norma che trovi. Se, come vi abbiamo raccontato sabato scorso ad Ariccia la manomissione del tachigrafo comportava sicuramente le sanzioni previste dal codice della strada, senza però arrivare a configurare una fattispecie penale, vicino all’interporto di Bologna la pensano diversamente. E così, quando ieri la polizia municipale di Reno Galliera ha fermato nei pressi di Bentivoglio, non troppo distante dall’interporto del capoluogo emiliano, un autista di origini ucraine di 48 anni, dipendente di una società di autotrasporto del salernitano, ha elevato nei confronti del conducente e della ditta sua datrice di lavoro non soltanto una sanzione amministrativa di 1.698 euro e la sospensione per due mesi della patente di guida, ma ha anche denunciato l’uomo per il reato previsto dall’art. 437 del codice penale, vale a dire la rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Tale infatti veniva considerata la manomissione del tachigrafo effettuata con il tradizionale congegno elettronico, comandato dalla cabina grazie a un telecomando. Congegno della cui esistenza, secondo gli agenti felsinei, l’azienda di autotrasporto era evidentemente a conoscenza e proprio per questo è stata colpita dalla stessa sanzione amministrativa.
Fermato a Bologna con tachigrafo manomesso: alla multa di 1.698 euro si aggiunge la denuncia penale
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