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Ferrovie, Toninelli e Tria azzerano i vertici

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Il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Danilo Toninelli, fa la voce grossa e azzera i vertici di Ferrovie dello Stato. Insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, Toninelli firma il documento di revoca dei membri del CdA di FS – dalla presidente Gioia Ghezzi e all’AD Renato Mazzoncini fino agli altri membri Giovanni Azzone, Simonetta Giordani, Federico Lovadina, Francesca Moraci e Wanda Ternau – e chiede una convocazione d’urgenza dell’assemblea dei soci per rinnovare il Consiglio. Dal momento in cui la lettera di scioglimento verrà recapitata l’assemblea avrà otto giorni di tempo per eleggere i nuovi vertici.

In un post su Facebook, accompagnato da una foto che lo ritrae mentre firma il testo, Toninelli spiega che con questa decisione intende chiudere con il passato: «Siamo il governo del cambiamento e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico – prosegue – Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la ‘cura del ferro’ ha un ruolo fondamentale». Questa mossa, spiegano al MIT, non punta a un’occupazione di poltrone, ma è stata obbligata per le prese di posizione del CdA (si presume su temi caldi come la fusione FS-Anas e l’Alta Velocità Torino-Lione). Il Consiglio di amministrazione, compreso l’AD Renato Mazzoncini, era stato rinnovato a fine 2017 dal Governo Gentiloni.
Tria e Toninelli si sono avvalsi della legge Frattini che permette a un nuovo esecutivo di revocare i vertici di società pubbliche entro sei mesi dalla fiducia, se l’incarico è stato conferito nei sei mesi precedenti alla scadenza della legislatura. L’improvvisa accelerazione sul cambio del CdA rimette in discussione la fusione con Anas che a questo punto potrebbe saltare, anche se per cancellare l’operazione occorrerà una legge ad hoc.

In gara per la posizione di AD ci sarebbero ora Maurizio Gentile, attuale capo di RFI (la società che gestisce l’infrastruttura), e Orazio Iacono, capo della divisione passeggeri regionali di Trenitalia, mentre sembra in calo la quotazione di Giuseppe Bonomi, ex presidente di Sea e oggi AD di Arexpo.

Molto negativa la reazione dell’opposizione, da PD a Forza Italia, con l’accusa al Governo di volere solo la spartizione delle poltrone. L’ex AD Mazzoncini ha parlato di “applicazione dello spoil system” (la pratica di cambiare dirigenti col cambio di Governo – ndR) e ha ricordato che oggi il gruppo vale il 2% del PIL di tutta l’Italia, occupando 81.000 persone dirette e 240.000 con l’indotto e con un numero di passeggeri sui treni cresciuto del 25% tra il 2014 e il 2018.

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