Un’azienda che allarga il suo perimetro aziendale tramite diverse acquisizioni è quasi normale che cresca. E Dachser, che nel corso del 2024 ha rilevato Dachser & Fercam Italia, Frigoscandia e Brummer, facendo lievitare dipendenti (fino agli attuali 37.300), sedi (fino a 433) e spazi per pallet in magazzino (fino a 3,8 milioni), è quasi fisiologico che riesca a spingere il fatturato a 8,027 miliardi di euro. Forse, è maggiormente significativo che, se si escludono dal fatturato le acquisizioni, si registri ugualmente una crescita, più modesta – del 4,7% – ma sicuramente importante, visto pure il contesto economico da cui emerge. Certo, il CEO Burkhard Eling non si nasconde dietro un dito e dice a chiare lettere che «i costi elevati, la debole produzione industriale e il calo dei consumi personali hanno avuto un impatto anche sulla nostra attività», ma in ogni caso i volumi trasportati raggiungono gli 83,2 milioni di spedizioni con un +7,6%, mentre il tonnellaggio si spinge fino ai 44,1 milioni con un’impennata del 10,2%.
I segmenti da cui proviene il fatturato

Ma chi e cosa ha tirato di più? Il settore Road Logistics, nel complesso, ha visto crescere il fatturato del 10,9%, fino a 6,4 miliardi. Al suo interno racchiude la linea European Logistics, relativa alla movimentazione di beni industriali e di consumo, e la Food Logistics, dedicata ai generi alimentari. La prima pesa per 4,8 miliardi (+ 8,1%) di fatturato generato con un numero di spedizioni che aumentano più del tonnellaggio (+ 6,5% rispetto a un + 2,8%). Burkhard Eling
E «il fatto che siamo stati in grado di crescere non solo attraverso acquisizioni, ma anche organicamente in un mercato stagnante – sottolinea Eling – illustra la fiducia che i nostri clienti ripongono nell’elevata affidabilità e qualità della nostra rete».
La seconda, invece, ha assunto dimensione europea visto che ha aperto le porte a Müller nel 2023 e a Frigoscandia e Brummer nel 2024, così da spingere il fatturato a 1,7 miliardi (+ 20%) con una crescita qui inversa rispetto all’altra linea di business, con le spedizioni che aumentano del 14,3% e i tonnellaggi del 31,5%. Tutto questo grazie alle aziende acquisite che – sottolinea Eling – «hanno aperto con successo aree di business oltre alla logistica dei prodotti alimentari freschi, che si rivolgono a ulteriori segmenti di clientela e mercati in Europa e, non da ultimo, che dispongono di proprie flotte di camion significative. Tutto questo fa parte del nostro nuovo posizionamento strategico sul mercato».
A chiudere c’è il settore Air & Sea Logistics che fattura 1,6 miliardi (+22%).
Prospettive per il 2025…
Rispetto al 2025 il CEO lo definisce molto impegnativo: «Le prestazioni economiche in Europa sono in gran parte stagnanti e sono accompagnate da ridimensionamenti di capacità, alcuni dei quali dolorosi. Questo significa anche che dobbiamo affrontare processi di trasformazione in settori chiave come l’industria automobilistica e settori ad alta intensità energetica come l’industria chimica». E poi ci sono più incertezze a livello globale e nubi di recessione all’orizzonte sospinte da un vento protezionistico. Proprio per questo la strategia di Dachser è di puntare fuori dall’Europa, rafforzando la propria presenza – indica Erling – «nelle Americhe e in Asia»», ma anche il «collegamento di questi mercati con il nostro vantaggio competitivo: la nostra rete europea di groupage. Perché più ampia è la nostra impronta globale, maggiore è la nostra resilienza».
…sfide e investimenti
Una strategia che richiede investimenti che Erling è disposto a mettere sul piatto. Già lo scorso anno sfruttando la sua stabilità e solidità finanziaria, Dachser ha investito 490 milioni non soltanto in acquisizioni, ma anche in sedi di rete, forza lavoro, innovazione digitale e azione per il clima, compresa l’espansione nella mobilità elettrica. Per il 2025 va avanti e utilizzerà quasi 400 milioni di euro per potenziare la rete aziendale. «Chi agisce durante una recessione per investire in modo saggio e coerente entrerà nella prossima ripresa con il vento in poppa», afferma Eling. «In passato, siamo usciti più forti e più competitivi dalle crisi seguendo questa politica aziendale anticiclica. Anche questa volta sarà così».