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Interpump Hydraulics, un nuovo sito per assecondare la crescita

La società emiliana-romagnola, presente in 80 paesi e leader mondiale nella produzione di prese di forza, investe 30 milioni di euro per realizzare un nuovo quartier generale in cui, su un’area di 62 mila mq, vedrà la luce un impianto in grado di accrescere la propria capacità produttiva e un reparto di ricerca e sviluppo più grande e maggiormente attrezzato per tenere il passo dell'innovazione. Tanta l’attenzione all’ambiente e al benessere di chi lavora

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È una bella storia quella raccontata ieri a Sala Bolognese, in quell’area di 62 mila metri quadrati in cui sorgerà, grazie a un investimento di 30 milioni di euro, il nuovo headquarters di Interpump Hydraulics, società globale specializzata in prodotti oleodinamici per veicoli industriali. Una storia di successo e resa via via più avvincente nel corso di quasi settant’anni, tanti quanti separano i primi passi mossi dai due fondatori all’interno di un garage, in cui c’era poco spazio e pochissimi capitali, ma tanta inventiva e determinazione nel voler realizzare un qualcosa che soltanto più tardi prenderà il nome di «presa di forza», dall’attuale realtà aziendale, parte di un gruppo che dà lavoro a poco meno di 10 mila persone, fattura una cifra nettamente superiore ai due miliardi di euro e raggiunge un utile di 270 milioni. Ma se il fascino della storia di Interpump trapela essenzialmente dai tanti capitoli dedicati all’evoluzione, quello scritto ieri ha assunto un connotato seriale, in quanto contiene per un verso una sorta di riassunto delle puntate precedenti, per un altro guarda avanti in prospettiva. Spiega cioè che Interpump, proprio perché è un’azienda cresciuta nel tempo, necessita di nuovi spazi in grado di ospitarla, ma chiarisce pure che poi «all’interno di questi spazi maggiorati, concepiti per accogliere nuove attività, si creeranno – come ha sottolineato Paolo Cleopatra, Vice Presidente e CEO Interpump Hydraulics – nuovi posti di lavoro». Per essere precisi, entro la prima metà del 2025 ci saranno 300 persone che lavoreranno all’interno della nuova sede (ma a regime diventeranno molti di più), in cui verrà ospitato uno stabilimento produttivo esteso, insieme agli uffici, su 24 mila metri quadrati. E così fornirà un contributo importante nel soddisfare la domanda di prodotti – prese di forza, pompe, distributori e altri componenti idraulici, esclusi i cilindri oleodinamici, realizzati nella sede di Faenza – che la società emiliana, presente tramite filiali produttive e commerciali in 80 diversi paesi, esporta in buona parte del mondo

Il sito produttivo di Sala Bolognese così come si presenta oggi; nella foto in alto come diventerà quando tendenzialmente a fine anno saranno ultimati i lavori, in modo da consentire l’inizio delle attività entro il primo semestre del 2025.

Ricerca dentro, sostenibilità fuori

Enrico Lo Greco, presidente e CEO Interpump Hydraulics

Enrico Lo Greco, Presidente e CEO Interpump Hydraulics, oltre a rimarcare questo «ampliamento della capacità produttiva», ha indicato l’elemento maggiormente strategico del sito, nel reparto di ricerca & sviluppo, non a caso «ulteriormente rafforzato, dal momento che l’introduzione di nuovi ed innovativi prodotti è determinante nel mantenimento di una posizione di leadership nel nostro settore di riferimento. Solo così possiamo continuare a crescere e consolidare le relazioni storiche con i più noti costruttori di veicoli industriali e con tutti i nostri clienti». Interpump, infatti, è un’azienda certificata ATS, costantemente sottoposta ad audit da parte dei suoi clienti. In pratica – spiega Lo Greco – «quando realizziamo un prodotto nuovo o vogliamo introdurre miglioramenti tecnologici o di sistema dobbiamo prima testarli all’interno e congiuntamente ai costruttori che ce li commissionano. Si tratta di un elemento di vanto, perché ci consente di essere accanto ai grandi attori del mercato direttamente nello sviluppo del prodotto, ma richiede anche un investimento, in questo caso reso evidente proprio dall’incremento, rispetto all’attuale condizione presente nei siti di Calderara di Reno e di Bologna, sia di oltre il 30% dell’area occupata, sia del numero di banchi di ricerca e studio funzionanti con un sistema di ricircolo di energia, fondamentale per contenere i consumi e rispettare l’ambiente». 
Anche se la sostenibilità emerge pure da altre accortezze che saranno presenti del sito, a partire dall’impianto fotovoltaico composto da 3.612 moduli in grado di garantire una potenza di 1.806 kWp, una produttività di 2.300.000 kWh/anno e di 1.219 t CO2 non emessa per anno, fino all’isolamento termico che è 10 volte maggiore rispetto all’attuale, consentendo così da risparmiare sui costi energetici.

Un posto di lavoro circondato da benessere

Ma il lavoro alla Interpump Hydraulic non è fatto soltanto di fatturati e di produzione, ma viene anche misurato in base al livello di benessere di chi se ne fa carico. I modi per conquistarlo nel nuovo stabilimento sono tanti. Lo Greco ricorda, a titolo di esempio l’attenzione con cui sono stati scelti i materiali, i sistemi di coibentazione, di riscaldamento a pavimento e di insonorizzazione, ma soprattutto sottolinea come questo spazio produttivo sia stato concepito per accogliere due ampi giardini che servono a fornire, oltre che un contesto visivamente gradevole, anche una fonte di luce naturale tramite la creazione di due grandi botole cielo/terra. In più il benessere relazionale passa pure dalla creazione di maggiori aree aggregative, di un’area mensa più accogliente in grado di fornire una qualità e varietà di cibo maggiore rispetto ad oggi e di una sala corsi in cui dispensare formazione in un ambiente arioso e tecnologicamente attrezzato. 

Un’impresa emblema di un territorio

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna

Un quadro progettuale e imprenditoriale che ha esaltato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che ha individuato in Interpump un’azienda modello del tessuto produttivo regionale, che dà il meglio di sé soprattutto nell’export, visto che qui raggiunge – ha sottolineato – «un volume di esportazioni di 85 miliardi di euro, pari a 20 mila euro per ogni cittadino».

Ma soprattutto il presidente ha rimarcato come «la capacità competitiva dei territori passi soprattutto dal poter disporre di capitale umano». In tal senso l’area emiliano-romagnola ha due vantaggi: quello di «raggiungere un saldo attivo tra ragazze e di ragazzi che vengono a lavorare in Regione e quelli che decidono di andar via». E d’altra parte un grande aiuto in tal senso lo forniscono le università, visto che soltanto in quella bolognese il 57% dei laureati non è residente in Emilia-Romagna. L’altro vantaggio deriva dal fatto che questo capitale umano interessato al territorio in quanto procacciatore di lavoro, trova qui una qualità di vita di livello superiore. Bonaccini ha ricordato in proposito gli investimenti in asili nido, in tecnologie digitali, in infrastrutture energetiche (l’Hydrogen Valley a Modena e un parco eolico off-shore a Ravenna), funzionali alla conquista di un sempre maggiore rispetto dell’ambiente. 

Un modello circolare, in cui ciò che il territorio dà, poi viene restituito da chi contribuisce allo sviluppo del territorio stesso. Prova ne sia che «qualità del lavoro», «innovazione» e «sostenibilità» sono esattamente i medesimi valori impressi nelle fondamenta del nuovo headquarter di Interpump Hydraulics di Sala Bolognese. E in fondo sono anche i capitoli vincenti della sua lunga storia.

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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