Se negli ultimi mesi hai avuto la sensazione che trovare un camion per spedire merce da e per l’Italia sia diventato complicato (e costoso), sappi che non è una semplice impressione: è la nuova realtà del mercato. L’Italia, infatti, sembra vivere una sorta di «eldorado dei trasporti», con un volume di merci in crescita vertiginosa, ma priva dell’offerta di trasporto sufficiente a farle viaggiare.
Il risultato? Tariffe impazzite sulle principali direttrici europee, specialmente quelle che collegano la Germania con la penisola. E, mentre le aziende si affannano a trovare mezzi disponibili, i costi volano. Letteralmente.
Un fiume di carichi in entrata e in uscita dall’Italia
Secondo l’ultimo report «Transport in Europe – Trends. Data. Analysis» del Polish Institute of Road Transport (PITD), il trend è inequivocabile: il volume di merci da e per l’Italia è in pieno boom. Le offerte di trasporto pubblicate sulla piattaforma Trans.eu sono esplose nel terzo trimestre 2025, con aumenti su 17 delle 18 rotte analizzate.
Alcuni esempi? Le tratte tra Italia e Svizzera, Italia e Belgio e Italia e Paesi Bassi registrano una crescita costante da mesi. Anche i flussi verso e dalla Slovenia e la Francia sono ai massimi storici. Il mercato italiano, insomma, viaggia a tutta velocità. Ma c’è un problema. E pure grande.
E il camion dove lo trovo?
Ecco il cortocircuito: mentre l’offerta di carichi cresce, la disponibilità di trasportatori non tiene il passo. Soprattutto nelle tratte in ingresso verso l’Italia. Il report è chiaro: i vettori evitano l’Italia. Le ricerche attive di carichi in entrata sono in calo da mesi, in particolare da Belgio, Svizzera e Paesi Bassi. Anche le tratte con la Polonia arrancano, nonostante qualche segnale di ripresa. Il perché è presto detto: mancano gli autisti, molti trasportatori stanno riducendo le flotte e, soprattutto, andare in Italia senza un carico garantito per il ritorno è considerato troppo rischioso o poco redditizio.
Prezzi alle stelle: ecco quanto è salito il conto
Il risultato di tutto questo? Tariffe alle stelle. I numeri del report PITD sono impressionanti:
- +34% su base annua per i noli verso la Slovenia
- +25% verso la Svizzera
- Oltre +20% verso Francia e Paesi Bassi
Certo, l’inflazione ha spinto tanti costi verso l’alto, ma qui si parla di qualcosa di più corposo. Secondo Stefano Codognotto, Executive Director di Codognotto Italia, siamo davanti a una «correzione strutturale» dopo anni di prezzi sottostimati. Il mercato, in altre parole, sta finalmente facendo pagare il trasporto per quello che realmente costa.
È in arrivo una tempesta logistica
Per chi gestisce logistica e supply chain, il momento quindi è delicato. Da un lato c’è un’opportunità: l’economia italiana tira, i flussi aumentano, le merci viaggiano. Dall’altro, la scarsità strutturale di capacità trasportistica rischia di far saltare budget e tempistiche. La strategia, oggi, non è più un lusso: è sopravvivenza.
Cosa fare (subito) per non affondare
Tre consigli che emergono dal report:
- Pianificare il ritorno. Per convincere un trasportatore ad andare in Italia, diventa necessario fornirgli anche il viaggio di ritorno. Il trasporto «one-way», in un’unica direzione, oggi diventa praticamente insostenibile a livello finanziario.
- Puntare sulle rotte stabili. Meglio investire in corridoi ben serviti (come per esempio, Italia-Francia-Germania) e chiudere il cerchio logistico, piuttosto che rincorrere tratte marginali e costose.
- Costruire partnership solide. Affidarsi solo al mercato spot è pericoloso. Chi ha rapporti consolidati con operatori logistici oggi parte in vantaggio, sia in termini di disponibilità che di prezzo.