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Fita anticipa l’accordo: Fercam acquisirà solo 13 filiali di Artoni, con buona pace dell’indotto

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Stiamo per entrare nelle fasi finali della trattativa tra Fercam e Artoni, che occupa ormai come teatro il ministero dello Sviluppo Economico. E voci e previsioni più o meno fondate si diffondono in vista dell’incontro al ministero previsto per martedì 14 marzo. La cosa certa (e di cui vi abbiamo già riferito) riguarda l’intenzione di Fercam di procedere a un affitto di un ramo di azienda, ma in maniera ridotta rispetto all’accordo della prima ora. Ma quanto ristretta?

Il ministero dello Sviluppo Economico avrebbe invitato il gruppo bolzanino ad assumere 150 lavoratori dei circa 500 rimasti dopo la cura dimagrante di questi mesi e per i quali è stata chiesta la cassa integrazione. Ma stando alle indiscrezioni diffuse da CNA-Fita questa mattina, Fercam si sarebbe già accordata con Artoni un paio di giorni fa e sarebbe disposta ad acquisire 13 delle 60 filiali – per la precisione quelle più piccole – «avendo già ereditato i principali clienti di Artoni». Per la presidente Cinzia Franchini questa ipotesi sarebbe una iattura: «In questo modo chi resta stritolato da questa possibile intesa tra colossi sono i fornitori: si dimentica l’indotto e si mettono in ginocchio diverse centinaia di piccoli e medi imprenditori». Per la precisione Franchini fa riferimento a quelle «centinaia di aziende artigiane che hanno continuato a prestare servizi ad Artoni sicure della continuità aziendale: se non verranno pagate rischiano di chiudere stritolate tra crediti inesigibili e banche che chiedono rientri immediati».

Ecco perché la presidente di CNA-Fita si augura che «martedì, al tavolo al Mi.SE a Roma, venga affrontato quello che è un vero e proprio dramma» e chiede al tempo stesso «di essere invitati al tavolo per rappresentare le problematiche di un intero comparto, quello degli imprenditori dell’autotrasporto».

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