C’è una trattativa in corso tra governo e associazioni dell’autotrasporto rispetto al taglio, contenuto nella legge di stabilità in discussione in parlamento, dei rimborsi delle accise. Per fornire un’indicazione utile in questa trattativa scende in campo il Freight Leaders Council, tramite una lettera che il presidente Antonio Malvestio ha inviato al presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, e al coordinatore del gruppo per la Mobilità sostenibile, Raimondo Orsini, nella quale li invita a porre dei distinguo. In pratica, Malvestio condivide il principio «chi inquina, paga» elaborato in ambito comunitario, ma aggiunge pure che sarebbe meglio specificare le modalità con cui vanno ridotti i rimborsi delle accise sul gasolio all’autotrasporto, adottando un criterio che distingua “i diversi livelli di impatto ambientale fra i vari soggetti che usufruiscono del beneficio fiscale“.
Cosa vuol dire? Vuol dire essenzialmente che «sarebbe ingiusto e penalizzante, soprattutto in una fase così delicata per l’economia nazionale colpire» chi per esempio ha acquistato veicoli euro 5 ed euro 6 e per di più, «opera nella quasi totalità al di fuori dei centri urbani, mettendolo sullo stesso piano di chi o preferiscono mantenere in esercizio veicoli obsoleti (Euro 0 o 1) oppure – operando in conto proprio – è soggetto al fenomeno del ritorno a vuoto che contribuisce fortemente ad aumentare proprio l’inquinamento urbano».
In ogni caso Malvestio non arriva a stendere una proposta concreta – che sarà presentata in tempi brevi – ma fornisce comunque indicazioni concrete utili al dibattito, come la differente valutazione di chi circola con veicoli scarsamente inquinanti rispetto a chi al contrario si affida a mezzi obsoleti, ma anche di chi trasporta in modo professionale e quindi ottimizzando i carichi, rispetto a chi invece, lavorando in conto proprio, percorre chilometri (e quindi inquina) inutilmente.
FLC sui rimborsi accise: «E se penalizzassimo soltanto chi viaggia con euro 0 o in conto proprio?»
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