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Francia: gli autotrasportatori minacciano proteste in tutte le città degli Europei di calcio

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I lavoratori francesi e tra questi anche i trasportatori fanno sul serio. E minacciano di alzare il livello della protesta proprio quando tutti gli occhi del continente saranno rivolti verso Parigi e verso tutti gli stadi in cui si giocheranno gli europei di calcio. Intanto negli ultimi giorni le proteste hanno provocato l’esaurimento del carburante in molti distributori. Il paese è letteralmente a secco, anche perché gli scioperi hanno colpito alla fonte, bloccando sei delle otto raffinerie del Paese. A quel punto, anche grazie ai blocchi degli autotrasportatori, hanno dovuto chiudere per mancanza di carburante 1.600 stazioni di servizio, praticamente 1 su 2.

La linea dura è stata imposta da sei sindacati e in particolare dalla CGT , il sindacato più vicino ai comunisti e all’ala sinistra dei socialisti, che ha dichiarato l’obiettivo di far ritirare la riforma voluta dalla ministra del Lavoro Myriam El Khomri e approvata sulla base di un articolo della Costituzione che consente al governo di non passare dal Parlamento. Una linea dura e crescente, tanto che il segretario della CGT, Philippe Martinez, promette di ampliare la protesta se le loro richieste non saranno accolte. Un atteggiamento che il governo ha giudicato fino a ieri illegittimo, anche se adesso sembra più cauto o forse spaventato proprio dalla prospettiva di veder l’onda lunga degli scioperi investire anche gli europei di calcio, previsti a partire dal 10 giugno.

Tant’è che proprio ieri alcuni dei sindacati degli autotrasportatori hanno minacciato di creare disagi alla circolazione proprio durante il torneo in tutte le città che ospitano le partite. E quindi, oltre alla capitale, Saint-Denis, Nizza, Tolosa, Bordeaux, Saint-Etienne, Marsiglia, Lilla, Lens e Lyon. La questione più spinosa che riguarda i conducenti è quella degli straordinari e in particolare la possibilità riconosciuta alle aziende con la nuova legge di contenerne il tasso di maggiorazione dal 25 al 10%.

Il governo, per bocca dello stesso primo ministro, Manuel Valls, sta cercando di sedare gli animi e ha dichiarato specificatamente che «le ore di guida supplementari dei camionisti resteranno pagate con una maggiorazione del 25 per cento». Faranno eccezione soltanto gli accordi di categoria sottoscritti da una maggioranza di organizzazioni sindacali. E già che un primo ministro si interessi di disposizioni di legge che riguardano il salario degli autisti sembra un segnale incoraggiante.

Sempre dal governo poi oggi è arrivata una disposizione eccezionale che prevede la sospensione della norma sui tempi di guida e di riposo impegnati nella distribuzione di carburante. Ovviamente allo scopo di cercare di velocizzare i rifornimenti.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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