Stamane il premier francese Jean-Marc Ayrault ha comunicato che la tanto discussa ecotassa sui camion, prevista dal governo francese sotto la presidenza Sarkozy, già rinviata in passato e in attesa di entrare in vigore a gennaio 2014, è stata sospesa sino a data da destinarsi.
Il premier ha anche detto che la tassa deve essere ripensata e occorre discutere su «come» fare. Da qui la decisione di sospenderla, pur con la precisazione che «non è una cancellazione; ci sarà magari una riflessione rispetto al settore agroalimentare e alle regioni periferiche».
Tale riferimento non è casuale. La decisione del rinvio, infatti, è venuta al termine di un incontro tra il governo e una rappresentanza di amministratori della Bretagna che protestavano contro la tassa, giudicando molto negativamente le conseguenze che avrebbe prodotto sulla loro economia decentrata.
Anzi, molti commentatori già si sbilanciano nel prevedere che il settore agroalimentare sarà esonerato dall’ecotassa, unitamente ai dipartimenti di confine. Inoltre, si discute anche di inserire obbligatoriamente l’ecotassa nella fattura, in modo che i committenti (e in particolare la grande distribuzione commerciale) non possa far pressioni sui trasportatori per contenere tale esborso.
Dall’ecotassa il governo di Parigi aveva previsto di ricavare 800 milioni di euro nel 2014 e 1,1 miliardi nel 2015. Soldi che a questo punto andranno «recuperati» e al riguardo è già iniziato il gioco delle previsioni su quale sarà la misura sostitutiva che varerà l’esecutivo per bilanciare la «perdita».