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Genova: il trasporto container proclama il fermo dal 1° al 5 luglio

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Il trasporto container a Genova è sul piede di guerra: Confartigianato, Fai Conftrasporto e Fiap hanno annunciato il fermo generale dei servizi di trasporto per conto terzi dal 1 al 5 luglio prossimi. Le ragioni sono presto detto: «Nonostante le difficoltà subite dopo i nefasti eventi del crollo del ponte Morandi, la chiusura di importanti nodi autostradali, l’autotrasporto non si è mai fermato e ha continuato ad operare anche in presenza della pandemia del Covid-19. Costretto a viaggiare in condizioni impossibili, rischiando la propria vita e, nonostante ciò, oggi è costretto a doversi fermare per rivendicare il rispetto del proprio lavoro».

Più precisamente i trasportatori si lamentano delle «continue richieste di sconti e di dilazioni sui tempi di pagamento», che si scontrano frontalmente con quelli che sono i ricavi sempre più compressi delle aziende, giunte al limite della sopravvivenza. Insomma, va benissimo il libero mercato, però anche la libera contrattazione deve avvenire – spiegano le associazioni – nel rispetto del quadro normativo.

A far scaldare gli animi nelle scorse settimane era stato anche un tender pubblico rivolto ad aziende di trasporto container lanciato da alcune compagnie di navigazione. E Assagenti, in rappresentanza delle agenzie marittime, si era in pratica rifiutata di negoziare con l’autotrasporto le condizioni e le tariffe dei servizi. Un atteggiamento stigmatizzato dalle associazioni dell’autotrasporto che hanno rilanciato ponendo come piattaforma di richieste alla base del fermo tre misure dal sapore antico e che soprattutto rendono evidente come in questo settore i problemi rimangono sostanzialmente irrisolti.

La prima misura prevede la reintroduzione – definita come necessaria – dei costi minimi di sicurezza, «unica modalità per salvaguardare la sicurezza sociale e della circolazione». Quindi quell’architrave normativo appoggiato al famigerato articolo 83 bis. In pratica si tratta di una sorta di rilancio rispetto alla partita attualmente giocata all’interno del confronto delle associazioni con il ministero dei Trasporti, nel corso del quale le prime hanno convinto la ministra Paola De Micheli ha pubblicare i costi di riferimento in tempi brevi.

Ma anche la seconda misura è in parte un’amplificazione del confronto ministeriale in quanto riguarda la salvaguardia dei termini di pagamento da garantire anche tramite la non deducibilità delle fatture non liquidate dei servizi di trasporto entro 60 giorni. Si tratta, come si ricorderà, di uno dei cavalli di battaglia di Fiap, che però in questo caso diventa una precisa richiesta da ottenere per fare marcia indietro rispetto a un fermo già proclamato.

La terza misura mira a ripulire il settore tra episodi di illegalità tramite l’introduzione di procedure standard da parte degli organi di controllo, con corpi speciali o dedicati per debellare sul nascere, anche sulla semplice segnalazione di associazioni di categoria, diffuse pratiche al di là della legge con cui si finisce con l’incentivare il dumping sociale e la concorrenza sleale.

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