Bucare un appuntamento può succedere, bucare pure il secondo, fissato per «rimediare» al primo, può far indurre in chi attende un sospetto: «Che forse non mi voglia incontrare?».
Tra governo e associazioni di categoria nelle ultime settimane le cose sono andate esattamente così. Il sottosegretario Rocco Girlanda aveva preso l’impegno di istituire un tavolo tecnico per ragione specificatamente delle criticità siciliane e poi magari allargate lo sguardo anche verso la Sardegna. In agenda era stata fissata in prima battuta la data del 22 gennaio, in seconda, «bucata» la prima, si era passati a quella del 29 gennaio. Invece, già stamattina si è saputo che Girlanda, a causa di altri impegni, era costretto a rinviare l’incontro in programma. In più, per non correre il rischio di «bucare» un terzo appuntamento, non ha fissato un’altra data utile giustificandosi con un’agenda troppo fitta.
Dalle associazioni di categoria dell’autotrasporto le critiche piovono a cascata. Cinzia Franchini, presidente di CNA-Fita, parla di «sospetta latitanza» del sottosegretario e lo accusa di aver «dimenticato che con la Sicilia c’era pure la Sardegna e che con queste ultime due vi era una sequela di problemi da affrontare di cui bisognava verificarne la soluzione attraverso incontri successivi e una super visione finale entro il 31 gennaio 2014». A questo punto, chiosa Franchini, «è lecito pensare che, una volta rientrata la protesta dei Forconi, la verifica complessiva, per qualcuno forse, si sarebbe dovuta risolvere in una bolla di sapone».
Ma CNA-Fita non ci sta a subire questa sorta di inconcludenza e per questo il presidente sottolinea che «è urgente che venga affrontata nella sede più opportuna ovvero il coordinamento unitario, Unatras, per le determinazioni del caso». In pratica, significa dire che per non subire questo atteggiamento del governo bisogna reagire con azioni concrete, da prendere però in sede di coordinamento unitario.
Sempre dalla Sicilia arriva anche la voce tuonante di Salvatore Bella di Aitras che, dopo aver preso atto che «i problemi inerenti le criticità dell’autotrasporto siciliano sono l’ultimo dei pensieri del Governo» si rammarica di come anche stavolta i rapporti tra governo e associazioni siano ispirati sempre dallo stesso copione: «minacciamo il fermo e nessuno ci dà retta, lo attuiamo e dopo qualche giorno ci convocano per prometterci mari e monti a condizione di revocare il fermo, dandoci una data per la verifica; arrivato il giorno della verifica senza risultati (anche perché non hanno alzato un dito per ottenerli) rimandano il tavolo di confronto all’infinito, nella speranza di vederci desistere o di passare la patata bollente al nuovo arrivato».
Ma questo tipo di atteggiamento in Sicilia – ricorda ancora Bella – era stato toccato con mano rispetto alla «gestione del pagamento dell’ecobonus 2010, quando il ministero dei Trasporti ha dimostrato incompetenza, irresponsabilità e superficialità e migliaia di aziende ancora oggi attendono il pagamento nonostante l’UE si sia pronunciata positivamente già a Luglio 2013».
Insomma, le critiche sono così secche che sembra di respirare il clima dello scorso dicembre. Ma sarà meglio che dal ministero diano un segnale di presenza, prima che la temperatura torni di nuovo a essere incandescente.