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Il farmaco trova casa all’interporto di Livorno: nasce piattaforma logistica digitale da 125mila metri

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L’area dell’interporto di Livorno ospiterà Pharma Valley, la piattaforma logistica digitale per l’industria farmaceutica toscana. Comporterà un investimento variabile tra i 60 e gli 80 milioni di euro, dovrebbe aprire negli obiettivi a settembre 2020 portando a lavorare, in un’area di 125.000 metri quadri di superficie su cui saranno realizzati magazzini per più di 21.000 metri quadri, fino a 200 persone. L’atto formale del via libera alla piattaforma è stato il protocollo d’intesa tra Regione, comune di Collesalvetti, Autorità portuale e l’interporto Vespucci da una parte e, dall’altra, una serie di ditte private come la fiorentina Molteni Farmaceutici e la lucchese Kedrion, affiancate da due multinazionali come la Eli Lilly e la Gsk. Tutte ovviamente interessate a garantire volumi di traffico alla struttura, ma anche a cercare forme di ottimizzazione sinergica.
Il magazzino potrà stoccare 38mila posti pallet in multitemperatura, con un’area cioè destinata a prodotti con temperature tra i 15 e i 25 gradi e un’altra tra i 2 e gli 8 gradi. L’obiettivo è di movimentare a regime più di 52.000 pallet, per la gran parte destinati all’export e per circa il 20% al mercato nazionale. Anche se nei magazzini il prodotto finito sarà essenzialmente per il 30%, perché la parte preponderante sarà occupata da stock di materie prime e da materiali da confezionamento.

 

Ovviamente si tratta di un work in progress, nel senso che nel tempo potrebbe salire sul treno anche altre aziende e a quel punto ci sarebbe tranquillamente lo spazio per realizzare altri 20.000 metri quadri di magazzini. Anche perché – lo ricordiamo – in Toscana esistono circa 300 aziende farmaceutiche con 19 stabilimenti produttivi, 6 miliardi di euro come valore della produzione e 11.000 addetti come forza lavoro impiegata.

Le tappe dei lavori sono già definiti. Nei prossimi nove mesi si provvederà a definire uno studio di fattibilità e a siglare un contratto di rete tra le aziende private e a reperire partner gestionali e soprattutto finanziari. Ma forse una mano in tal senso potrebbe venire dalle precedenti esperienze di piattaforme analoghe, già testate in Italia a Roma e a Milano, dove hanno prodotti risparmi di costi nell’ordine dei 60 milioni di euro.

Quindi si provvederà a sottoscrivere i necessari accordi di programma e quindi, dopo i sei mei dedicati alla progettazione, si dovrebbe partire, intorno alla metà del 2019, con i lavori da terminare, come detto in poco più di un anno.

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