Autunno: tempo di melograni e castagne, di vino nuovo e di foglie gialle. Ma anche tempo di preparazione della manovra finanziaria da introdurre nelle legge di bilancio da approvare entro l’anno. Ed ecco perché l’autunno è anche il tempo delle trattative instacabili tra governo e parti sociali, trattative che, se non trovano un accordo, finiscono per rendere particolarmente calda la stagione. Un esempio evidente arriva dal mondo dell’autotrasporto. Ieri, il governo ha anticipato le misure da inserire nel pacchetto crescita con cui integrare la legge di bilancio. E tra queste compare – o meglio “scompare” – il superammortamento, beneficio fiscale riproposto anche per il prossimo anno, ma ridefinendone il perimetro di applicazione: i veicoli da trasporto merci, infatti, ne resterebbero esclusi.
Le reazioni che giungono dal settore dell’autotrasporto e più in generale dell’automotive sono fortemente negative. Il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, parla di un «grave colpo al processo di sviluppo e di ammodernamento delle imprese di autotrasporto», ma soprattutto rileva la contraddizione esistente tra questa esclusione e il «progetto strategico del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica».
Poi, entrando nel merito della vicenda, Baumgartner non soltanto sottolinea come «oltre il 70% del parco automezzi pesanti immatricolati in Italia circola ancora con vecchi motori classe Euro 4 e precedenti. Escludere il rinnovamento del parco circolante dalla misura del superammortamento significherebbe rinunciare al miglioramento della qualità dell’aria e della sicurezza stradale». Tutte argomentazioni utili per fare appello al governo affinché torni indietro dalla strada dell’esclusione.
Il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, parla di «grave penalizzazione per il settore ‘automotive’ nazionale e per le imprese dell’autotrasporto e della logistica, ma anche un danno per la competitività trasversale del tessuto imprenditoriale del Paese». Secondo Uggè, infatti, il superammortamento «ha contribuito in maniera determinante all’incremento delle immatricolazioni dei veicoli industriali negli anni 2016 e 2017, con conseguenti effetti positivi per la collettività, anche in termini di sicurezza e tutela dell’ambiente». E allora, per quale motivo non riproporlo?