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Il governo propone 51 euro per le spese non documentate: artigiani insoddisfatti, Uggè possibilista

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L’autotrasporto attendeva 56 euro a viaggio per le deduzioni forfettarie sulle spese non documentate rispetto ai trasporti effettuati direttamente dall’imprenditore. Oggi invece la sottosegretario Simona Vicari e il capo di gabinetto del ministero dei Trasporti, Mauro Bonaretti, hanno fatto alle associazioni di categoria una proposta di 51 euro. Proposta non campata per aria, ma giustificata – a loro dire – dai dati certi in disponibilità al ministero delle Finanze, basati cioè sulle indicazioni riportate al momento della dichiarazione dei redditi. Indicazioni presenti quest’anno per la prima volta e che non lasciano dubbi alla quantificazione. E siccome ai 60 milioni inizialmente stanziati se ne sono aggiunti altri 10 (5 milioni di euro recuperati dallo stanziamento per gli investimenti e 5 da quello per il SSN), il ministero ha fatto i conti e ha appurato che, divedendo i 70 milioni per tutti gli interessati, viene fuori una deduzione di 51 euro giornaliere. Con questi soldi di più non è possibile concedere.

È tanto? È poco? L’unica cosa che possiamo fare è di riportare in una tabella una comparazione con quanto avveniva negli anni passati, tenendo conto però che fino allo scorso anno le classi di deduzione erano tre e che quest’anno, con la legge di Stabilità sono state ridotte a due.

 

Tipologia di trasporti

anno 2014

importo stanziato =€ 113 milioni

anno 2015

importo stanziato= 
€ 95 milioni

proposta 2016

importo stanziato =
€ 60 milioni

proposta 1.6.2016

importo stanziato =
€ 70 milioni

interni al Comune

€ 19,60

€ 15,40

€ 19,60
(35% di € 56)

€ 17,85
(35% di € 51)

 esterni al Comune, ma in Regione o confinanti

 

€ 56

 

€ 44,00

 

€ 56/60

 

€ 51,00

Oltre tale ambito               € 92

               € 73

 

             

Nel corso della riunione è stato anche affrontato il tema della contribuzione per gli autisti impegnati in trasporti internazionali, ma rispetto a questo punto la sottosegretario Vicari ha informato che la norma, così come prevista, non piace a Bruxelles e che quindi dovrà essere riscritta e modificata per poi farla “salire” sul primo “treno normativo” possibile.

Le reazioni delle associazioni sono in parte negative, in parte possibiliste. CNA Fita si è detta insoddisfatta in quanto la proposta sulle spese non documentabili non è in linea con gli impegni sottoscritti nel protocollo del 5 novembre 2015 e penalizza fortemente il mondo artigiano.

Massimo Bagnoli, presidente di Fiap, parla di «tante chiacchiere e zero fatti» e ricorda che «il 7 di giugno all’esecutivo di Unatras – già convocato per esaminare nel merito l’esito degli incontri con il Governo – non rimarrà altro, probabilmente, che confermare il fermo nazionale indicando tempi e modalità dell’iniziativa di autotutela».

Molto più cauta e possibilista la posizione di Paolo Uggè, che ammette come il risultato complessivo della partita giocata dalle associazioni «non sia quello che ci si prefiggeva, ma l’autotrasporto non rischia di restare troppo penalizzato nella destinazione delle risorse». Prima di entrare nel merito della questione affrontata oggi, infatti, il presidente di Fai-Conftrasporto ricorda i successi ottenuti, dalla delibera sugli sconti per i pedaggi autostradali al decreto di riparto delle risorse, nel quale peraltro sono state ritoccate le somme stanziate per il Servizio Sanitario Nazionale e per gli investimenti, proprio per andare ad aumentare il valore giornaliero delle spese non documentate. Inoltre, malgrado non sia positivo il fatto che l’Unione europea blocchi la decontribuzione per gli autisti impegnati in trasporti internazionali, Uggè ricorda che in ogni caso sono stati confermati i 75 milioni che interessano questa misura: «Se non spesi per il fine immaginato, saranno ripartiti su altri interventi. Questo consentirebbe di ridistribuire ulteriormente risorse, non escludendo le spese non documentate».  E anche rispetto alle autostrade del mare e al ferro bonus il presidente Fai sottolinea che «le ipotesi prospettate sono condivisibili in quanto sono state recepite le osservazioni formulate dalle federazioni».

Ciò detto Uggè rimette all’esecutivo di Unatras, in calendario come ricordato il prossimo 7 giugno, l’ultima parola per stabilire «se le soluzioni prospettate siano sufficienti per sospendere la protesta decisa». «La differenza di cinque euro al giorno sulle spese non documentate, i rinvii ipotizzati su altri elementi e la garanzia che i 75 milioni stanziati per la defiscalizzazione, qualora non fossero utilizzati, saranno riassegnati alle imprese del settore  – si chiede Uggè – consentono di mantenere la dichiarazione di fermo oppure di ritenere più rispondente agli interessi degli operatori sbloccare le delibere sugli investimenti ed altro e rinviare l’attuazione dell’azione decisa, di qualche mese?». 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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