Il presidente Enrico Letta è uscito allo scoperto, dicendo pubblicamente nel corso della conferenza stampa successiva al consiglio dei ministri del 21 novembre che quel taglio dei rimborsi, al di là di quell che pensavano al ministero dell’Economia, andava annullato. Insomma, ci ha messo la faccia, come si dice e, in più, ha stabilito anche un piccolo record utilizzando in una conferenza stampa «generalista» il termine «autotrasporto», solitamente non ammesso alla ribalta di massa.
Ma al lavoro di copertina, poi, segue quello più sporco e faticoso. Ed è quanto è toccato al sottosegretario ai Trasporti con delega all’autotrasporto, Rocco Girlanda, che ha dovuto fare notte giovedì 21 novembre per assicurarsi che in Commissione Bilancio del Senato, dove la legge di stabilità era in discussione, il governo presentasse non soltanto l’emendamento sulle accise, annunciato appunto da Letta, ma anche quello sull’Albo e i controlli, che personalmente aveva promesso alle associazioni di categoria dell’autotrasporto.
A questo punto la partita è finita? Non è ancora detto, perché c’è da passare la verifica parlamentare, dove il rischio di agguati è sempre presente. Se gli autotrasportatori se ne fossero dimenticati, glielo hanno ricordato due sentori di «Sinistra, Ecologia e Libertà», Loredana De Petris e Luciano Uras, presentando una cinquantina di emendamenti contro gli aiuti al settore, accise comprese. E anche in questo caso il sottosegretario Girlanda ha subito manifestato la contrarietà del governo a questi emendamenti.
Unatras e Anita, però, osservano, appuntano e attendono con cautela. L’annuncio di Letta viene considerato «positivo», ma in ogni caso hanno preso tempo per considerare «il tenore tecnico dell’emendamento». Quanto tempo? Fino a mercoledì 27 novembre, anche per fare il punto sull’accoglienza avuta dallo stesso emendamento in Senato e quindi verificare l’esito del voto. A quel punto decideranno se proseguire con la proclamazione del fermo o piuttosto rinunciare a quella forma protesta per proseguire la trattativa con l’esecutivo su altri temi. E a quel 27 novembre, ormai, non manca tanto. Tanto vale incrociare le dita…