È un rapporto in chiaroscuro quello diffuso dall’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) relativamente all’attività effettuata nel corso del 2017, integrata con quelle dell’Inps e dell’Inail. Perché la cosa che appare a un primo sguardo più clamorosa riguarda i dati relativi al settore del trasporto e del magazzinaggio (categoria Ateco H), dove su 6.897 ispezioni ben 4.607 hanno riscontrato irregolarità. In pratica quando un ente come l’INP entra in un’azienda del settore nel 67% dei casi trova qualcosa che non va. E impressiona soprattutto il fatto che, dietro queste irregolarità, siano coinvolti 10.733 lavoratori, uno sproposito in più rispetto ai 6.778 del 2016.
Però bisogna fare attenzione a non generalizzare. Per il semplice motivo che se si prendono i dati generali dell’INL, relativi cioè a tutti i settori, si scopre che in realtà su 160.347 ispezioni, in 103.498 sono state trovate irregolarità. In pratica circa nel 65% dei casi e anche qui hanno interessato 252.659 lavoratori, molti di più rispetto ai 186.027 del 2016.
Quindi guai a pensare che l’autotrasporto e la logistica (perché del binomio si parla) siano più irregolari degli altri settori: l’irregolarità c’è, è grandemente diffusa, ma nei trasporti come altrove. E questo è sicuramente il lato scuro della vicenda.
Piuttosto, a suscitare interesse sono altri due dati, interpretabile invece come chiari: quello che riguarda la tipologia delle violazioni riscontrate specificatamente nell’autotrasporto. Il primo riguarda i casi di interposizione irregolare, vale a dire successivi alla fornitura di forza lavoro, che sono tanti, ma in nettissimo calo rispetto al 2016: erano 3.327 e sono diventati 1.960. Ma quasi clamoroso è il calo di circa il 18% delle irregolarità riscontrate per violazioni del Regolamento europeo sui tempi di guida e di riposo, perché se nel 2016 i lavoratori che avevano infranto questa normativa erano 5.535, del 2017 si è scesi a 4.523. Certo, parliamo di irregolarità riscontrate dagli enti ricordati (INL, Inps e Inail), ai quali quindi si dovrebbero aggiungere quelle rilevate su strada da polizia stradale, carabinieri e polizie municipali. Ma comunque, al di là del numero consistente di infrazioni, sintomo di una insofferenza dei conducenti a inquadrarsi entro schemi orari che non sempre battono lo stesso tempo dei ritmi sempre più stressanti imposti dal lavoro quotidiano, la tendenza è al ribasso.
Altre irregolarità riguardano il lavoro nero (1.117) e l’orario di lavoro (1.462) in generale.
Il rapporto ha inoltre evidenziato i risultati raggiunti in attuazione del protocollo d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con il ministero dell’Interno del 26 febbraio 2016 e gestito tramite posti di blocco congiunti disposti dalla Polizia stradale. Tali tipologie di controlli, peraltro ancora limitati ad alcune aree, hanno interessato su strada 364 aziende (287 italiane, 56 comunitarie e 21 extracomunitarie) e hanno portato a riscontrare irregolarità in 177 casi, poco meno del 50%.
Gli obiettivi dell’attività ispettiva per il 2018 sono «la necessità di dedicare maggiore attenzione ad alcuni settori, come quello della logistica e delle false cooperative». E c’è da giurarci che ne vedremo delle belle.