Per il momento è in fase di test, ma l’automazione delle gru a portale nell’Interporto di Padova incorona il terminal veneto come il più tecnologico in Italia. Il progetto, che permette di posizionare i container pronti per il carico su camion e treni con le gru mosse da remoto e che sarà operativo nell’arco di 2-3 mesi, finora non ha concorrenti in ambito interportuale neanche in Europa. In Olanda ci sono un paio di grandi porti che utilizzano un sistema non proprio analogo, ma legato alla stessa filosofia.
Si tratta del punto di arrivo di una serie di investimenti per circa 50 milioni di euro che l’Interporto, partecipato da Comune, Camera di Commercio e Provincia di Padova, ha messo in campo da tempo prevedendo anche la digitalizzazione degli ingressi con cui contenere il tempo per l’ingresso, le operazioni di carico e scarico e l’uscita dei camion a circa mezz’ora, la produzione di energia pulita tramite impianti fotovoltaici sui tetti dei magazzini e il ricorso a droni per controllare l’area segnalando intrusioni, incendi o altre anomalie.
«Abbiamo colto diverse possibilità – ha detto Roberto Tosetto, direttore generale dell’Interporto – con finanziamenti della Commissione Ue, di Cassa Depositi e Prestiti e del Pnrr». Lungimiranza che si riflette anche nel progetto di ricercare un partner logistico con cui creare una newco relativa al solo terminal intermodale così da svilupparlo e renderlo ancora più competitivo in tempi di incertezze legati alla geopolitica e alla ricerca di nuovi mercati.

Parliamo dell’automazione della gru elettrica a portale: a che punto siamo?
In queste settimane proseguono i test operativi che riguardano le prime tre gru a servizio dei 4 binari da 750 metri del fascio sud del terminal intermodale. Gru che potranno essere guidate da remoto con i gruisti al lavoro in un confortevole ufficio, anziché in cabine sospese a 20 metri da terra, ma opereranno anche totalmente in autonomia pilotate dal TOS (Terminal Operati ve System), software sviluppato da Interporto Padova proprio per gesti re questi processi.
Quali sono gli obietti vi del progetto?
Prima di tutto, diciamo che non è un modo per ridurre il personale, ma anzi, tra i suoi vantaggi, ha quello di offrire condizioni di lavoro più confortevoli e meno gravose ai gruisti. Da un punto di vista industriale, l’obiettivo è aumentare la produttività del terminal. Remotizzazione e automazione ci permettono non solo di compiere un numero maggiore di operazioni di carico e scarico, ma anche di ottimizzarle, evitando spostamenti inutili delle gru lungo il binario e posizionamenti non ottimali dei container nelle aree di stoccaggio. Con l’automazione, per esempio, possiamo dire al sistema di utilizzare la notte per mettere i contenitori nella posizione migliore per la loro destinazione futura. Quando saremo a regime, potremo caricare e scaricare, lungo questi quattro binari, il doppio dei treni che serviamo ora, aumentando in modo notevole l’offerta alle imprese ferroviarie e agli operatori multi modali. Tutto senza consumare un solo metro quadro di terreno in più rispetto a ora, e alimentando oltretutto le gru anche con l’energia elettrica autoprodotta con il nostro impianto fotovoltaico.
Quale è stato l’investimento?
Il percorso intrapreso una decina di anni fa, con l’allungamento dei binari a 750 metri e le prime 4 gru a portale, l’automazione dei gate stradali e ferroviari, l’impianto fotovoltaico e adesso l’automazione, ha richiesto complessivamente circa 50 milioni di euro di finanziamenti.

Il PNRR ha stanziato fondi per la digitalizzazione degli interporti. Avete colto l’opportunità? Interporto Padova ha saputo utilizzare in questi dieci anni molte opportunità di finanziamenti sia dalla Commissione Europea con il programma CEF (Connecting Europe Facility) sia con Cassa Depositi e Prestiti a conferma della solidità e della concretezza dei progetti presentati. E quindi sì, abbiamo partecipato al bando del ministero per i fondi del Pnrr. Abbiamo ottenuto 2,72 milioni di euro che contribuiscono al finanziamento dell’insieme di interventi che riguardano il processo di automazione delle prime tre gru a portale quantificabile tra interventi fisici e interventi software e hardware del TOS in circa 5,5 milioni di euro.
Questo articolo fa parte del numero di maggio/giugno 2025 di Uomini e Trasporti: un numero che contiene un’ampia inchiesta sui vantaggi di lavorare con l’intelligenza artificiale nel settore dell’autotrasporto, con numeri, scenari e voci dal settore.
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