La legge francese (per la precisione la 397/2014) che vieta agli autisti di trascorrere il riposo settimanale a bordo dei veicoli piace. La settimana scorsa a esprimersi in favore di una sua adozione anche in Italia era stata la Lega Nord. Adesso arriva un nuovo plauso da direzione completamente opposta.
Siamo per la precisione a Treviso, dove la locale sezione della Filt CGIL ha definito a chiara lettere una «battaglia di civiltà» quella ingaggiata dalla Francia ed esprime sostegno a chi la promuove, auspicando che governo e parlamento, analogamente a quanto hanno fatto Oltralpe, intraprendano un’azione che «dia maggior dignità ai lavoratori dell’autotrasporto merci per conto terzi».
Nella nota firmata da Vittorio Bertocco si constata che «l’autotrasporto merci per conto terzi gode di particolare favore, rispetto agli altri vettori (ferroviario, aereo, marittimo), grazie alla grande flessibilità espressa dal mezzo stesso ma anche dall’impiego del personale». Una flessibilità che ha anche un supporto normativo nella regolamento europeo (Reg. UE 561/06, art. 8/8) in cui si dà la possibilità di trascorrere a bordo del camion (debitamente attrezzato) i riposi giornalieri e settimanali.
Soltanto che questa normativa – si scrive ancora nella nota – «ha dato luogo alla formazione di una nuova popolazione nomade, costituita da autisti che vivono in camion e che qualche volta pagano pure l’affitto alle aziende per potervi soggiornare».
Una situazione che ha creato almeno tre problemi: il primo relativo alle condizioni di sfruttamento di queste persone, il secondo relativo allo scarso interesse dei giovani ad avvicinarsi alla professione, il terzo relativo al dumping sociale. «È evidente che un’azienda che dispone di autisti disposti a vivere in queste condizioni – sottolinea Bertocco – è altamente competitiva economicamente rispetto a che invece rispetta la norma».
Ed ecco perché ll’iniziativa francese, che cerca proprio di porre un freno a tale situazione, viene giudicata positivamente.