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La Spagna autorizza la circolazione dei camion da 25 metri: ma per l’autotrasporto è un vantaggio?

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Con un decreto pubblicato gli ultimi giorni del 2015, la Spagna autorizza la circolazione dei camion extralunghi, vale a dire dei complessi veicolari eurocombi con più di sei file di assali, che possono raggiungere una lunghezza massima di 25,25 metri e una massa complessiva fino a 60 tonnellate. Ovviamente si parla di normali veicoli e non di veicoli eccezionali.
Si tratta di una possibilità soggetta ad autorizzazione e limitata in alcune circostanze. Stando infatti a quanto si legge nel decreto, la circolazione di questi maxicamion può avvenire soltanto dopo aver ottenuto il parere vincolante del titolare dell’infrastruttura, basato sull’impatto che la circolazione di tali complessi veicolari potrà avere sul traffico e la sicurezza stradale. E comunque questa autorizzazione ha valore soltanto per un periodo di tempo determinato e in ogni caso non può essere mai concessa per il trasporto di merci pericolose. Inoltre, la stessa normativa pone altri due “paletti”:
– il carico non potrà sporgere dalla proiezione a terra della pianta del veicolo;
– quando possibile, gli itinerari di questi complessi veicolari dovranno prevedere la percorrenza di superstrade e autostrade.

Qual è la ragione per cui la Spagna si è convinta a imboccare questa strada? Lo stesso decreto nel valutare i potenziali vantaggi derivanti dal ricorso a questi complessi veicoli, parla di riduzione del traffico dei veicoli pesanti, di risparmio energetico, di riduzione delle emissioni e dei costi di attività di trasporto. Il tutto senza determinare – si aggiunge – conseguenze negative in termini di incidenti stradali, così come dimostrerebbe l’esperienza fatta in altri paesi europei.

Eppure, non mancano le critiche. Sul sito di Assotir, per esempio, Giuseppe Bulla, presidente di Transfrigoroute Italia, sottolinea che se è vero che “i progressi tecnici nella progettazione di veicoli adibiti al trasporto su strada” consentono di far circolazione questi maxicamion, “è anche vero che tali meraviglie tecnologiche si trovano quasi sempre a circolare circondate da veicoli la cui anzianità è notevolissima e nei quali la sicurezza è affidata – in via pressoché esclusiva – alla professionalità e all’esperienza dei loro conducenti”.

In più c’è l’aspetto infrastrutturale: “la stragrande maggioranza delle strade – ed anche delle autostrade italiane” sono figlie di epoche nelle quali “la circolazione era assolutamente inferiore a quella di un qualsiasi odierno giorno festivo e sono progettate tenendo conto di tracciati e livelli orografici che non si discostano di molto dalle grandi strade della romanità classica”.

Ma le maggiori perplessità riguardano i vantaggi concorrenziali che scaturirebbero dal ricorso a tali maxiveicoli. Perché è vero – si nota – che un camion che permette di trasportare oltre il 50% in più di merce potrebbe contribuire a rendere più efficiente il trasporto stradale delle merci, ma quanto potrebbe fare di più una seria politica di incentivazione all’utilizzo del combinato marittimo e/o ferroviario?Infine, Bulla butta sul piatto gli aspetti economici svantaggiosi per l’autotrasporto derivanti dal ricorso ai maxicamion. Il primo è la mancanza di riconoscimento da parte del mercato di questo tipo di investimento, visto che da sempre la committenza è poco propensa ad assicurare remunerazioni adeguate a chi voglia investire in “qualità” del parco veicolare., Il secondo deriva dal fatto che la diffusione di questi veicoli rischierebbe per svalutare l’attuale parco veicolare, con un ulteriore colpo agli equilibri finanziari di aziende già oggi pesantemente prostrate dalla crisi

Segnaliamo infine che sul web sono molti i siti e i blog che si schierano contro questi megacamion, giudicandoli pericolosi, maggiormente inquinanti e perfino più costosi.

Attualmente ricordiamo che la circolazione dei megatruck da 25,25 metri e da 60 ton è autorizzata in Germania (ma con massa fino a 44 ton e soltanto in alcuni Lander), in Danimarca, nei Paesi Bassi, in Finlandia (dove si arriva addirittura a 76 ton) e, adesso, anche in Spagna seppure vincolata a una particolare autorizzazione).

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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