Alla domanda «Qual è la criticità maggiore nel rapporto con la committenza?», il verdetto è stato netto: l’82% dei rispondenti ha indicato come problema principale i tender orientati al massimo ribasso. In pratica, la procedura con cui i committenti affidano i trasporti privilegia quasi esclusivamente il prezzo più basso, trascurando parametri come qualità del servizio, puntualità, sostenibilità o affidabilità del fornitore. È un meccanismo che, se da un lato consente alla committenza di comprimere i costi, dall’altro genera un effetto perverso: spinge gli autotrasportatori a lavorare con margini minimi, a scapito di investimenti in mezzi, formazione e sicurezza. Non stupisce, quindi, che in tantissimi percepiscano il tender come una sorta di trappola insidiosa.

Il secondo nodo, segnalato dall’11% dei rispondenti, riguarda la scarsa comunicazione sui tempi di consegna. Significa che gli autisti si trovano spesso a ricevere informazioni incomplete o comunicate all’ultimo momento, con la conseguenza che ritardi imprevisti o mancate indicazioni sugli slot di carico e scarico finiscano per complicare il lavoro e aumentare le attese.
Molto meno rilevante, almeno nelle risposte, l’eccessivo ricorso al franco fabbrica (2%) mentre un 5% ha selezionato la voce «altro» per lasciare spazio a considerazioni personali.
Alcune testimonianze hanno restituito un senso di esasperazione, come quella di Giovanna G.: «Tutte le richieste dalla committenza iniziano con chiedere aiuto, ma quando domandi per il compenso, spariscono. Ora basta!». Simon V., invece, punta il dito contro un problema diffuso: «La criticità maggiore? Gli ordini last minute dati da eccessiva piaggeria verso la propria clientela».
Questo articolo fa parte del numero di settembre/ottobre 2025 di Uomini e Trasporti: un numero che racchiude un ampio dibattito sul futuro del settore, animato da tanti osservatori e da tanti lettori.
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