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L’autotrasporto ferma il Brasile per 10 giorni per ottenere i costi minimi di trasporto

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Dopo la Francia tocca al Brasile. Anche nello sterminato paese sudamericano, infatti, ormai da quasi dieci giorni un ramificato e riuscito fermo dell’autotrasporto sta letteralmente bloccando il paese, interessando almeno una decina di Stati. Al punto che il governo, spinto dai lamenti provenienti da molti settori industriali ma anche (e soprattutto) da quelli agricoli, che hanno accusato danni ingenti a causa della protesta, ha emanato una norma di emergenza che prevede sanzioni pesanti fino a 10.000 real (circa 3.100 euro) per chi impedisce la circolazione sulle strade. Ma la cosa non ha fatto paura e le manifestazioni sono andate avanti. Così, per cercare di sbloccare la situazione il governo federale ha convocato tutte le associazioni di categoria dell’autotrasporto per avanzare alcune proposte. Tra queste il congelamento del prezzo del gasolio per i prossimi 6 mesi, l’interruzione momentanea per 12 mesi delle rate di finanziamento per l’acquisto di veicoli da parte dei trasportatori artigiani e delle piccole imprese che avevano aderito a uno specifico programma di incentivi del governo.

Ma molte delle associazioni hanno respinto il pacchetto specificando che per accettarlo pretendono, in più, una riduzione ulteriore del prezzo del gasolio ottenuta anche attraverso il taglio dell’IVA sul carburante, la creazione di nuove aree di sosta, ma soprattutto la definizione di un costo minimo per il trasporto delle merci, vale a dire la creazione di una tabella di riferimento da far preparare a una commissione composta da rappresentanti dei trasportatori e della committenza, con la mediazione del ministero dei Trasporti. 

È proprio vero che tutto il mondo è paese!

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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