Le piccole e medie imprese interessate a investire in sostenibilità energetica e a favorire la transizione in tal senso delle proprie attività oggi dispongono di uno strumento in più. Dal 18 maggio possono presentare le domande per ottenere i contributi previsti dal Decreto MISE del 10 febbraio 2022.
Abbiamo parlato genericamente di piccole e medie imprese. In realtà la fetta più grande dei finanziamenti – circa il 63% – è destinata alle PMI delle regioni del Mezzogiorno e il resto a quelle delle regioni centro-settentrionali. E tra queste PMI ci sono quelle che svolgono servizi, seppure vengano specificamente escluse le attività di autotrasporto. Ragion per cui i finanziamenti possono andare incontro a tipologie di attività incluse in tre distinti codici Ateco:
- il 52, che parla di magazzinaggio e di attività di supporto ai trasporti (non però dei mezzi di trasporto veri e propri);
- il 53, che parla di servizi postali e attività di corriere;
- il 82.92 che parla di attività di imballaggio e confezionamento per conto di terzi.
I progetti devono servire a realizzare i percorsi innovativi del Piano Transizione 4.0, come l’internet of things, l’automatizzazione del sistema logistico, il cloud, la cybersecurity che serve a fronteggiare i sempre più frequenti attacchi informatici, i big data, la blockchain e l’intelligenza artificiale.
I progetti, da avviare dopo la presentazione della domanda di agevolazione, devono durare non oltre 12 mesi, calcolati a partire dalla data del provvedimento di concessione.
Le domande vanno presentate tramite procedura telematica a Invitalia: