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ART: il contributo 2022 è sospeso. L’obbligo di inviare (entro il 29 aprile) la dichiarazione rimane

I vostri oneri con l’Autorità di Regolazione dei Trasporti per il 2022 non sono finiti. Perché se è vero che il decreto 21/22 ha esonerato per quest’anno le aziende di autotrasporto a versare il contributo, non le ha fatte decadere dall’obbligo di inviare i propri dati economici e anagrafici. E chi non lo fa rischia sanzioni

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Credevate di aver scampato ogni onere relativo ai rapporti con l’Autorità di Regolazione dei Trasporti? Vi sbagliavate. O meglio, il contributo dovuto per il 2022 è stato sospeso e quindi non va pagato da parte delle aziende che svolgono esclusivamente servizi di autotrasporto merci su strada per conto di terzi, così come previsto dall’articolo 16 del decreto legge 21/22 con cui è stato attuato il Protocollo d’intesa tra il MIMS e le associazioni di categoria dell’autotrasporto sottoscritto il 17 marzo scorso. Rimane fermo, invece, l’obbligo dichiarativo, vale a dire quello a carico delle imprese aventi fatturato superiore a € 5.000.000 di dichiarare, entro il prossimo 29 aprile, i propri dati economici e anagrafici (così come indicati nella Delibera ART n. 181 del 16 dicembre 2021) tramite il servizio messo a disposizione dall’Autorità all’indirizzo: 

https://secure.autorita-trasporti.it/

La dichiarazione deve essere sottoscritta dal legale rappresentante con firma digitale o autografa con allegata copia del documento di identità. 

L’operatore economico multimodale, che svolge una pluralità di servizi, potrà decurtare dal proprio fatturato i ricavi che sono riferiti all’attività di trasporto merci su strada.  

La cosa importante da notare è che si parla di «obbligo». Quindi, chi non lo rispetta, vale a dire chi non invia la dichiarazione, la invia in modo tardivo o indica nel modello dati incompleti o non rispondenti al vero, potrà essere punito con le sanzioni previste dalla legge (quelle presenti nell’articolo 37 della legge 22 dicembre 2011, n. 214, vale a dire a seconda dei casi dall’1 al 10% del fatturato).

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