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Bellanova: «Obiettivo: rendere più remunerativi i contratti di autotrasporto»

Un settore che sopporta come costo principale (equivalente al 30%) l’acquisto del gasolio, entra per forza di cose in crisi quando il carburante aumenta in poche settimane del 25% e non riversa tale incremento su committenza e prodotti finali. Da tale premessa la viceministra al MIMS, in audizione in commissione Trasporti della Camera, ha indicato decisivo, oltre alle misure di sostegno finanziario, il tavolo di confronto con la committenza, finalizzato a non esasperare i rapporti all’interno della filiera. Però – ha rimarcato – non saranno tollerate forme di illegalità. Come alcune di quelle registrate nei giorni della protesta

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Il settore dell’autotrasporto è composto per quasi la metà da ditte individuali, in cui il costo del gasolio e quello del lavoro incidono entrambi per un 30%. E quando il gasolio aumenta – circa il 25% soltanto negli ultimi due mesi – i costi aziendali di queste imprese per forza di cose lievitano, senza che l’autotrasportatore faccia pesare l’incremento subìto sulla committenza o sul prodotto finale. È da partita da questa considerazione l’analisi effettuata dalla viceministra alle Infrastrutture e alla mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, nel corso dell’Audizione in Commissione Trasporti, per far discendere l’unico correttivo possibile: quello di fare in modo che il settore lavori sulla base di «contratti giusti che non ingessino il mercato, ma che nello stesso tempo siano correttamente remunerativi per tutti. Riequilibrare la catena del valore filiera è fondamentale». In che modo, la viceministra lo ha già indicato nel corso dei giorni scorsi, quando – come ha ricordato «abbiamo accelerato le procedure per il riparto del Fondo dedicato all’autotrasporto che destina complessivamente al settore 720 milioni in tre anni». In pratica, ha spiegato la viciministra che il ministro Giovannini «ha già firmato e trasmesso per la controfirma del Ministro dell’economia e delle finanze il decreto di riparto del Fondo destinato al settore» per poi snocciolare le misure finanziarie che contiene: 

  • 70 milioni annui per la deduzione forfettaria delle spese non documentate;
  • 140 milioni annui per la riduzione compensata dei pedaggi autostradali
  • 5 milioni annui per finanziare la formazione professionale delle imprese di autotrasporto; 
  • 25 milioni annui per sostenere gli investimenti finalizzati allo sviluppo dell’intermodalità e della logistica e alla sostituzione e ammodernamento del parco veicolare delle imprese.

Bellanova ha anche ricordato di aver provveduto ad aggiornare i costi di riferimento per il settore e che adesso si sta «accelerando l’attuazione delle misure previste nel Milleproroghe con il quale è stato dato l’avvio a un Fondo per erogare dei voucher ai giovani under 35 a copertura dei costi da sostenere per il conseguimento delle patenti e delle abilitazioni professionali». 

Da ultimo la viceministra si è molto soffermata sul tavolo permanente istituito con la Committenza e le associazioni di categoria, giudicato fondamentale per «l’attuazione di una politica di settore condivisa e innovativa», proprio perché – ha puntualizzato – «una esasperazione dei rapporti all’interno della filiera non è utile, rappresenterebbe una criticità ulteriore e non una soluzione», seppure si sia detta consapevole del fatto che esistano nell’autotrasporto dei «rapporti di forza che non propendono per chi in questo momento sta pagando il prezzo più alto».

Ecco perché Bellanova ha marcato con particolare enfasi il discorso legalità e controlli: «È mia intenzione convocare al Tavolo sia una rappresentanza la Guardia di Finanza, per comprendere come implementare i controlli, sia l’Agenzia delle Entrate per rendere il più immediatamente esigibili gli strumenti messi in campo».
Insomma, massima considerazione per il settore, ma in ogni caso – ha sottolineato con nettezza la viceministra – «non può essere tollerata alcuna illegalità: nessuno può permettersi di impedire ad un altro di svolgere la propria funzione, nessuno ha il diritto di impedire, e impedirlo con la forza, che venga scaricata una nave che trasporta frumento o prodotti zootecnici. Nessuno può pensare di tagliare le gomme impunemente sulle strade per bloccare il traffico». E l’intolleranza a tutto ciò non dipende soltanto dal rispetto della legalità, ma deriva anche dalla constatazione – ha concluso Bellanova – che «quando si avviano spirali di questa natura è sempre la parte più responsabile che paga il prezzo e noi non possiamo consentirlo».

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