Per il Ponte sullo Stretto se ne riparla il prossimo anno. Sembra essere questa la posizione del Governo emersa dal maxi-emedamento alla Legge di bilancio annunciato ieri in Senato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgietti, un rinforzo da 3,5 miliardi alla manovra che giù valeva 18,5 miliardi di euro. Le modifiche più importanti riguardano la ZES, la zona economica speciale, a cui verranno destinati fondi aggiuntivi visto che nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate aveva notificato un surplus di richieste che aveva abbassato il contributo per le aziende dal 100% al 60% sugli investimenti. Più fondi anche all’iperammortamento e a Transizione 5.0, 20 milioni per la previdenza delle forze dell’ordine a cui si aggiunge il finanziamento del piano casa.
Fondi riprogrammati
Ma soprattutto il parziale definanziamento del Ponte sullo Stretto con una “riprogrammazione” temporale dei fondi (spostandoli di fatto sulla prossima annualità). Si tratta di una delle principali novità che hanno infiammato il dibattito politico e lo scontro tra maggioranza e opposizioni (si legga anche l’intervista all’onorevole Erika Mazzetti sull’argomento). La riprogrammazione è stata spiegata come un passaggio necessario dopo i rilievi della Corte dei Conti che non ha approvato il dossier. Così i cantieri previsti per l’estate 2025 dovranno trovare un altro timing in base alle osservazioni e alle motivazioni che usciranno dall’ambito giudiziario. Di conseguenza i fondi, già previsti per il 2025-2026, slitteranno di un anno.
Una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha precisato che il ministro Salvini “è determinato a realizzare il Ponte sullo Stretto e farà di tutto per velocizzare il via ai lavori” e che “il governo ha garantito la copertura finanziaria per l’opera: a causa dell’intervento della Corte dei Conti, sono in corso gli ulteriori approfondimenti richiesti e per questo i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato.
Oggi sono previste le prime votazioni della manovra in commissione bilancio di Montecitorio così da permettere il voto in aula nelle prossime ore.


