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Logistica del pomodoro italiano: sfide e strategie per le aziende di autotrasporto

Focus sulle criticità e opportunità della filiera italiana del pomodoro, tra stagionalità, regolamentazioni e flussi logistici di frutto fresco e derivati

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Per le aziende di autotrasporto, la filiera del pomodoro italiano è un terreno in cui efficienza, tempistiche e qualità del servizio diventano fattori critici. Dal ritiro del frutto fresco nei campi fino alla consegna dei derivati trasformati alla grande distribuzione e ai mercati esteri, ogni ritardo o disallineamento può incidere direttamente sui costi operativi e sulla competitività dell’intero comparto. L’assemblea ANICAV 2025 ha tracciato un quadro chiaro delle criticità e delle opportunità della filiera, offrendo spunti concreti per chi movimenta merci e organizza flussi stagionali complessi.

La filiera in numeri: cosa significa per chi trasporta

La campagna di trasformazione 2025 ha prodotto circa 5,8 milioni di tonnellate di pomodoro, confermando l’Italia al secondo posto mondiale dopo gli Stati Uniti e prima della Cina. Il Paese rappresenta il 53,8% del pomodoro trasformato europeo e il 14,4% della produzione mondiale.

Per gli operatori logistici, questo si traduce in picchi concentrati di raccolta e ritiro, soprattutto nel Centro-Sud, e nella necessità di mezzi refrigerati e pianificazione flessibile per la gestione dei derivati sensibili come passata, polpa e pelati. La frammentazione degli stabilimenti e le differenze infrastrutturali tra Nord e Sud richiedono strategie precise per ottimizzare tempi e costi di trasporto.

Governance e flussi: il nodo operativo

Secondo ANICAV, la governance di filiera è ancora un fattore limitante. Le organizzazioni di produttori sono numerose e frammentate (32 OP nel Centro-Sud contro 12 al Nord), rendendo più complessa la programmazione dei ritiri. Per le aziende di trasporto, ciò comporta flussi irregolari e variazioni dell’ultimo minuto nella disponibilità del prodotto, con impatti diretti su pianificazione, capacità di carico e tempistiche di consegna.

Inoltre, il prezzo della materia prima, tra i più alti al mondo, ha subito incrementi fino al 67% al Sud negli ultimi quattro anni. Oscillazioni e tensioni lungo la filiera possono incidere sui contratti di trasporto e sui margini, rendendo indispensabile una gestione accurata dei costi e delle priorità di carico.

Normative, ambiente e concorrenza internazionale

Il quadro regolatorio europeo, i vincoli ETS e il divieto di alcuni agrofarmaci e fertilizzanti impongono una tracciabilità rigorosa e maggior controllo lungo tutta la catena logistica. Per i trasportatori, significa garantire mezzi idonei, monitoraggio delle temperature e rispetto delle tempistiche di stoccaggio.

A queste sfide si sommano le criticità ambientali: il cambiamento climatico e le carenze infrastrutturali idriche generano incertezze sulla disponibilità del prodotto e sui tempi di ritiro, richiedendo flessibilità operativa e capacità di intervento rapido.

Infine, la concorrenza internazionale e i recenti dazi USA hanno impattato sull’export: nel primo semestre 2025 il volume è calato del 3,6% e il valore del 10,7% rispetto al 2024, aumentando la pressione sulla logistica per ottimizzare consegne e ridurre costi.

Implicazioni operative per le aziende di autotrasporto

Per chi movimenta il pomodoro, la filiera italiana richiede strategie specifiche:

  1. Pianificazione stagionale accurata: ottimizzare l’utilizzo dei mezzi durante i picchi di raccolta e trasformazione, prevedendo flessibilità per variazioni improvvise.
  2. Gestione della qualità e della temperatura: garantire refrigerazione per il fresco e protezione adeguata per i derivati sensibili.
  3. Tracciabilità e compliance normativa: documentare ogni fase della movimentazione secondo i vincoli su fertilizzanti, agrofarmaci e emissioni ETS.
  4. Ottimizzazione percorsi e carichi: coordinare ritiri e consegne per ridurre tempi morti, considerando la frammentazione degli stabilimenti e la variabilità della produzione tra Nord e Sud.
  5. Collaborazione lungo la filiera: dialogo costante con OP, trasformatori e distributori per garantire efficienza e puntualità dei flussi.

In definitiva, la filiera del pomodoro italiano rimane un pilastro dell’agroalimentare, ma le sfide operative, regolatorie e di mercato rendono cruciale l’efficienza logistica. Le aziende di trasporto, gestendo sia il frutto fresco che i derivati trasformati, giocano un ruolo centrale nella competitività complessiva del settore. Pianificazione, flessibilità e collaborazione lungo tutta la catena diventano oggi strumenti imprescindibili per garantire qualità, tempistiche e redditività, dal campo alla tavola del consumatore finale.

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