Alle strade italiane serve urgentemente un piano di manutenzione straordinario. È l’allarme che la Siteb (Associazione strade italiane e bitumi) lancia al nuovo Governo nella sua analisi trimestrale sullo stato della rete viaria italiana.
Secondo l’associazione, la prolungata assenza di lavori di manutenzione delle strade della Penisola, anche nei primi mesi del 2018, ha ormai raggiunto un punto di non ritorno. Dopo un 2017 in cui i consumi di asfalto-conglomerato bituminoso si erano confermati al minimo storico (da tre anni intorno ai 23 mln di tonnellate contro i 45 mln del 2006), nei primi cinque mesi del 2018 gli indicatori sono addirittura peggiorati evidenziando una contrazione dell’11,8%.
«Anche i primi segnali sul periodo estivo, in cui per le condizioni climatiche solitamente si concentra il 60% dei lavori, non sono affatto confortanti – spiega il rapporto – nonostante il Paese sia pieno di strade colabrodo che mettono a rischio ogni giorno l’incolumità degli utenti della strada. A essere più a rischio sono le arterie comunali, dove le Amministrazioni stanno correndo ai ripari, moltiplicando le limitazioni alla circolazione e della velocità”.
A causa del costante blocco dei lavori di manutenzione oggi occorrerebbero, secondo Siteb, oltre 42 miliardi di euro per rimettere in sesto le strade italiane, ripristinando, ove necessario, anche gli strati più profondi della sovrastruttura stradale. Un costo decisamente elevato, ma necessario per preservare il valore complessivo della rete, stimato in 5.000 miliardi di euro.
Per le imprese del settore si aggiunge poi il problema del costo del petrolio, che è improvvisamente schizzato a 80 dollari al barile ed è accompagnato da un concomitante deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Il risultato è stato un brusco aumento del 20-25% del prezzo del bitume che ha messo in crisi soprattutto le imprese che hanno vinto appalti di lavori stradali di durata pluriennale. Negli appalti di opere pubbliche, infatti, la “revisione prezzi” è abrogata dal 1993 e nessun adeguamento viene riconosciuto anche a seguito dell’aumento del costo dei materiali da costruzione.
«Sembra quasi – evidenzia il presidente di Siteb, Michele Turrini – che molte Amministrazioni si siano rassegnate ad avere strade ammalorate e piene di buche. I cittadini sono così obbligati a convivere con una viabilità sempre più a bollino rosso e a percorrere arterie cittadine anche sotto i 30 km/h. È quindi fondamentale che il nuovo Governo imprima un deciso cambio di marcia rispetto ai precedenti puntando, per quel che concerne il trasporto su gomma, su una seria politica di manutenzione del patrimonio esistente di 600 mila km di strade e, in particolare, di quelle comunali e provinciali che sono le più disastrate».