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Ministro francese su Ecotaxe: «Sono stupito che sia stata affidata a una società straniera». Pardon, «italiana»

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Avete presente la testata di Zidane a Materazzi durante la finale del campionato del mondo 2006? Beh, ieri il ministro dell’Economia francese, Pierre Moscovici, ha fatto un po’ la stessa cosa. Riferendosi al contratto per la realizzazione dell’Ecotaxe (il pedaggio su15.000 kmdi strade per i veicoli sopra le 3,5 ton), concluso dal precedente governo a guida Sarkozy, si è detto stupito che «si sia delegata la riscossione di un’imposta a una società straniera».

Affermazione grave, perché per assegnare la gestione dell’Ecotaxe c’è stata una regolare gara su scala europea, vinta da un consorzio internazionale chiamato Ecomouv e capitanato (con un 70% del capitale) dall’italiana Autostrade per l’Italia. Tant’è che qualcuno – compreso il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che ha dichiarato di essere rimasto «stupefatto» da un simile affermazione – ha subodorato che Moscovici abbia detto società «straniera», ma molto probabilmente pensava società «italiana».

Non si tratta, però, del tradizionale sciovinismo transalpino, quanto di bieco interesse di bottega. Il rinvio dell’Ecotaxe, infatti, è stato deciso nelle scorse settimane non tanto per problemi tecnici (anzi, soltanto una decina di giorni prima dell’annunciato rinvio il governo di Parigi aveva dichiarato che tecnicamente era tutto a posto), quanto per le feroci proteste che si sono sollevate in alcuni settori economici (come l’agricoltura) e in particolare nelle regioni periferiche del Nord, Normandia e Bretagna in testa, dove evidentemente ci sono veicoli che percorrono più chilometri per arrivare nei mercati di sbocco e quindi con l’Ecotaxe finirebbero con lo spendere molto di più. E le proteste sono arrivate al punto di danneggiare alcuni portali adibiti al pagamento dei veicoli in transito, tanto che lo stesso esecutivo ha dovuto pregare Emomouv di rimuoverne degli altri pur di sedare il clima.

Soltanto che per Parigi è complicato smantellarela stessa Ecotaxe, giacché si esporrebbe al rischio di pagare una penale di ben 800 milioni di euro. Eventualità che – come si può presumere – vorrebbe scongiurare adducendo problemi tecnici imputabili a Ecomouv.

Ricordiamo che la penale è rapportata all’investimento sostenuta dalla società di Autostrade, calcolato in circa 650 milioni, seppure compensato da una previsioni di incassi, in 12 anni, di 2,8 miliardi.

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