La situazione ottimale sarebbe quella di applicare le stesse identiche sanzioni in tutta l’Unione europea. Almeno rispetto alle infrazioni più gravi. Però è chiaro che quando le infrazioni vengono riscontrate in remoto e in uno Stato diverso da quello di applicazione, le cose cominciano a complicarsi e il rischio che l’interessato la faccia franca più concreto. L’Europa sta cercando di correre ai ripari con una direttiva (inizialmente la 2011/82, poi sostituita con la 2015/413) che il ministro dell’Interno ha fatto propria con una circolare datata 12 settembre 2017 con cui creare una procedura facile per scambiarsi dati tra polizie. L’idea è quella di creare dei cross border, vale a dire dei centri di raccolta dei dati ai quali potersi rivolgere per ottenere in tempi brevi i dati identificativi dei veicoli immatricolati nei paesi UE. In pratica, un qualunque organo di polizia stradale, sulla base di un numero di targa, può inviare per via telematica al cross border (in Italia sarà la Direzione Generale per la Motorizzazione) la richiesta di acquisire i dati di immatricolazione e dell’intestatario di un veicolo.
A quel punto poi potrà procedere, entro 360 giorni, a notificare la sanzione attraverso:
– una lettera in cui va descritta, nella lingua ufficiale del paese di immatricolazione, l’infrazione contestata (indicando necessariamente tipologia di violazione, luogo, data, ora in cui è stata rilevata, sanzioni da irrogare, dati relativi al dispositivo di rilevazione);
– il verbale di accertamento;
– un modulo di risposta predefinito che contiene tre possibili alternative: confermare di aver commesso l’infrazione, contestarla, indicare le generalità dell’effettivo guidatore.
Qualche criticità, comunque, è ancora da rimuovere, soprattutto rispetto alle modalità di pagamento e riscossione delle sanzioni amministrative pecuniarie, soprattutto in fase di riscossione coattiva. La situazione potrà migliorare quando diventerà applicabile il principio del riconoscimento reciproco delle sanzioni pecuniarie tra gli Stati della UE (D. L.vo n.37 del 15 febbraio 2016).