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Oltre l’80% dei porti si è fermato

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Lo sciopero nei porti dell’8 novembre ha funzionato. In generale, stando alle stime degli organizzatori – Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – l’adesione ha raggiunto medie superiori all’80%, con picchi a Livorno e Gioia Tauro del 100%.  Soltanto nella Sardegna settentrionale lo sciopero è stato addirittura revocato tanto era bassa l’adesione.

Alle ragioni della protesta la scadenza del contratto collettivo, avvenuta ormai 11 mesi fa, e la richiesta di non inquadrare i lavoratori portuali nel contratto della pubblica amministrazione.

Richieste peraltro condivise sia dal presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, sia dal presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo,  il quale ha sottolineato che «l’inquadramento dei lavoratori all’interno della pubblica amministrazione rischia di far venir meno il contratto collettivo di lavoro e rischia di creare una situazione di disparità nel sistema europeo dei porti».

Da ogni parte, infine, si è esortato il governo Letta ad accelerare la riforma del settore.

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