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Partire subito con il Sistri o rinviare? Il governo ha due posizioni diverse. Ma l’autotrasporto intima l’alt

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Difficile star dietro alle vicissitudini del Sistri. Nelle scorse settimane avevamo dato due notizie in parte contraddittorie, non perché ci divertiamo a confondere chi legge, ma perché di fatto sul sistema di tracciabilità dei rifiuti si è creata una dualità di vedute all’interno dello stesso governo.
Schierato per il «sì» entro i tempi stabiliti dalle normative – quelle che individuano la partenza il 30 giugno – c’è il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, mentre quello dello Sviluppo Economico (ma anche Infrastrutture e Trasporti), Corrado Passera, sarebbe favorevole a uno slittamento almeno fino a fine anno, cioè dicembre 2012 (ma valuta anche di andare oltre di un anno).
Questa ipotesi era stata anche portata nel Consiglio dei Ministri dello scorso 25 maggio, contenuta in un decreto del ministero dell’Ambiente,  ma alla fine ha prevalso la decisione di rinviare la soluzione al prossimo Consiglio.
Oltre alla proroga, peraltro, nel decreto comparivano anche una serie di modifiche e semplificazioni volute dalle associazioni dell’autotrasporto, come per esempio la possibilità per gli operatori di indicare le quantità anche in volume e non solo in peso, o di poter passare alla modalità cartacea in caso di furto, perdita o danneggiamento delle chiavette USB.
Non c’era traccia, invece, di un’altra richiesta fortemente sostenuta dall’autotrasporto, vale a dire l’allargamento dell’ambito di applicazione del Sistri anche ai trasportatori stranieri operanti nella Penisola.
Fatto sta che, essendoci un dibattito interno al governo, si sollevino anche movimenti contrapposti, che tirano a far pendere la decisione in un senso piuttosto che nell’altro. L’autotrasporto, per esempio, per bocca del presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, in questa fase ha preso le parti di Passera per ribadire che sono comprensibili «le ragioni per le quali la Selex (la società incaricata di gestire il sistema, ndr) si sforza di far vedere che il sistema Sistri sia pronto a entrare in funzione, ma gli operatori del trasporto non intendono, soprattutto in momenti così difficili,  addossarsi gli oneri di un  sistema che non ha ancora risolto tutti i problemi di funzionalità». E poi, rispetto all’ipotesi di un’entrata in vigore del Sistri a giugno, Uggè sostiene che «finirebbe senza alcun dubbio per pesare sulle decisioni relative all’attuazione del fermo dei servizi di autotrasporto».
 «Le imprese serie vedono con favore un sistema di controlli anche nel trasporto dei rifiuti – ha puntualizzato Uggè – ciò che non possono accettare è sostenere dei costi per un qualcosa di inutile e inefficace». D’altra parte, ha concluso il presidente di Fai «se il ministro (Passera, ndr) chiede tanto tempo per l’entrata in vigore evidentemente sa bene che il Sistri non funziona e che i problemi da risolvere sono tanti».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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