È un vizietto che sembra sempre più diffuso: la conversione facile delle patenti estere. Già prima dell’estate scorsa si era avuto un assaggio a Trento, dove una patente costava dai 1.500 ai 4.000 a seconda della tipologia. Adesso spostandosi giù giù, fino alla fine dell’Adriatico, si arriva a Lecce, dove nei giorni scorsi ci sono state 30 richieste di patteggiamento e 4 di rito abbreviato, mentre per altre 33 persone potrebbe scattare il processo con rito ordinario. Questo almeno è quanto dovrà stabilire il Tribunale di Lecce nelle udienze fissate per il 4 e il 21 marzo. Le accuse dei pubblici ministeri parlano di un’organizzazione che era riuscita ad affiliare un funzionario interno alla Motorizzazione di Taranto e, tramite questo, poteva immettersi all’interno del sistema informatico dell’ente e inserire i dati che voleva. In pratica, in questo modo persone che non avevano mai conseguito una patente all’estero se ne ritrovavano titolari, persone che avevano una patente di un certo tipo, si ritrovavano titolari di un permesso di guida superiore oppure patenti rilasciate da autorità militari venivano convertite in patenti ordinarie. In questo modo in molti hanno ottenuto una patente per guidare veicoli pesanti o magari l’hanno rinnovata senza effettuare esami.
L’organizzazione aveva anche tariffe molto convenienti, viste che partivano da appena 150 euro. Ma si puntava soprattutto sulla quantità, tanto che il giro scoperto aveva abbondantemente superato il centinaio di clienti. A scoprire il tutto erano sati i carabinieri di Manduria che, già nel 2014, aveva fermato un uomo che, dopo essere stato più volte sanzionato per guida senza patente, aveva mostrato a un controllo un permesso di guida nuovo fiammante. E così andando a verificare nei computer della Motorizzazione si erano accorti che “quella” patente era la riconversione di una patente militare che però il suo titolare non aveva mai conseguito.
Le indagini, inizialmente condotte a Taranto, erano state poi spostate a Lecce, perché alla corruzione e alla falsità ideologica si era aggiunto anche il reato di manomissione di sistemi informatici, avvenuto appunto nella città salentina.
Altra indagine su patenti fasulle è in corso ad Ancona, dopo la polizia stradale ha effettuato 85 perquisizioni in 25 province nei confronti di più di 80 cittadini del Marocco, tutti accusati di aver conseguito la patente di guida italiana tramite la richiesta di conversione di quella del loro Paese di origine. Senonchè dalle indagini sarebbe emerso che le patenti originarie in molti casi erano false. Anche in questo caso a fare da mediatore tra “clienti” e Motorizzazione c’era un’agenzia di Ancona, il cui titolare risulta indagato. In questo modo sarebbero state rilasciate stando all’attuale stadio delle indagini una quarantine di patenti.