Un lettore, titolare di un’autoscuola, ha scritto una lettera alla nostra testata per manifestare disaccordo e sbalordimento rispetto ai contenuti del decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti che allarga la platea di enti formativi per l’abilitazione al trasporto di merci pericolose giustificandola con la scarsità di offerta in Italia. Una condizione – secondo il provvedimento del MIT – che costringerebbe gli autisti ad andare all’estero per conseguire le abilitazioni. «Esiste un turismo dei patentini Adr – ricorda il nostro lettore – che UeT ha indagato dal 2016», una migrazione che rappresenta spesso vantaggi in termini di tempo e costi e che ha ridotto la possibilità di organizzare percorsi formativi in Italia. Pubblichiamo la lettera integrale.
Gentilissima Redazione,
sono un titolare di autoscuola, da anni abbonato alla vostra rivista, che ricevo regolarmente, leggendo ed approfondendo i pregnanti articoli dai quali, molto spesso, prendo spunto nell’erogare la formazione nei corsi dedicati agli autotrasportatori.
Scrivo, perché sono rimasto basito ed incredulo, visionando l’ultimo numero della rivista, nel quale appariva l’articolo “Formazione ADR, si allarga la rete degli enti abilitati”, portando a conoscenza dei lettori della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dello scorso 26 maggio, da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Decreto 22 aprile 2025, con il quale viene aggiornata la normativa sulla formazione professionale in materia ADR.
Il mio sbalordimento, ma soprattutto la grande delusione, nascono dalla lettura all’introduzione del decreto, del quale cito testualmente il passaggio: “Preso atto che l’attuale offerta di percorsi formativi propedeutici al conseguimento del titolo di conducente ADR non riesce a soddisfare l’esigenza dell’utenza che spesso volte si rivolge a percorsi formativi erogati all’estero……”
Sinceramente, tale considerazione mi sembra, a dir poco, pretestuosa e voi dovreste esserne ben consapevoli, visto che già dieci anni fa, proprio nelle vostre rubriche, iniziavate a segnalare l’anomalo “turismo dei patentini ADR”. Nel numero del 26 marzo 2016, entravate nello specifico, evidenziando che la migrazione, verso la Slovenia, per il conseguimento/rinnovo del patentino ADR, partiva ormai da tutta Italia, e non più solo da Nord-Ovest, dove formazione ed esame si svolgevano “tutto in un week-end”, e dando risalto alle interrogazioni parlamentari, in cui si chiedeva esplicitamente se la migrazione dei patentini non nascondesse dei risvolti oscuri!!!!!!
Purtroppo, negli anni, alla Slovenia si sono aggiunte anche la Svizzera, Malta e la Repubblica di San Marino e, come ipotizzato dall’allora onorevole Mogagnato: “il fenomeno della migrazione dei patentini, avendo assunto dimensioni di massa, si può configurare come una vera e propria concorrenza indebita nei confronti di operatori ed autisti”.
Personalmente, ho iniziato ad erogare la formazione per i CFP-ADR nel 1996 e, nonostante operi in una piccola provincia, fino al 2010 riuscivo ad organizzare un corso ogni 2/3 mesi, ai quali partecipavano, in media 15/20 persone. Oggi, invece, devo ritenermi fortunato se in un anno riesco ad erogarne un paio, che vedono la partecipazione di 5/6 fedelissimi e ultimamente uno di tali discenti mi ha detto che il corso del precedente rinnovo quinquennale (che io non ho potuto erogare a causa di insufficienti richieste), svolto proprio in Slovenia, nel pacchetto formativo acquistato gli è stato inserito anche un ingresso gratuito in un FKK!!!!!!
In conclusione, leggere oggi, nel decreto, che l’utenza è costretta a rivolgersi all’estero, in quanto l’offerta formativa nazionale non riesce a soddisfare la richiesta, sa di beffa per me e tutti i miei colleghi (e, naturalmente, gli enti autorizzati) che da anni svolgono tale tipo di attività formativa con professionalità. Una simile affermazione costituisce un’offesa alla nostra intelligenza ed onestà intellettuale.
RingraziandoVi anticipatamente per l’attenzione che vorrete prestarmi, augurandomi che questa mia possa trovar spazio di pubblicazione, Vi invito a proseguire con l’importante lavoro svolto, a beneficio di tutti gli operatori del settore.
Cordialmente,
Teresio Viotti