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Pendulum. Mostra fotografica su Persone e merci in movimento

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La Fondazione Mast (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna ospita una interessante mostra fotografica con 250 opere storiche e contemporanee, realizzate da 65 artisti provenienti da tutto il mondo, sapientemente selezionate e curate da Urs Stahel. «Pendulum – Merci e persone in movimento» è una selezione di immagini in movimento sul tema dell’Industria e del Lavoro della collezione che propone una riflessione a più voci, sul tema della velocità che caratterizza l’attuale società globale e il pendolo simboleggia il passare del tempo in un moto perenne del mondo e dei suoi abitanti. Il suo oscillare evoca i cambiamenti improvvisi d’opinione, le convinzioni che si ribaltano nel loro esatto contrario, ma anche il traffico quotidiano pendolare di milioni di persone verso i luoghi di lavoro e quello incessante delle merci che non solo si spostano ma durante il viaggio si trasformano. Come accade per i capi di abbigliamento che vengono confezionati nei laboratori in pancia alle gigantesche navi da carico che attraversano gli oceani in un viavai continuo, città galleggianti fatte di container che, per il semplice fatto di coprire tratte tanto lunghe, trasformano il lavoro di sarti pagati pochi euro in abiti che ne costano tanti di più.

A questo dinamismo incessante si contrappone un fenomeno di segno opposto «Da decenni si continua ad aumentare il ritmo e la velocità – spiega Stahel – la crescente accelerazione dei processi economici e sociali è iniziata ai primordi della rivoluzione industriale fino a toccare oggi livelli vertiginosi. Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità».

E la mostra illustra visivamente proprio questo, le energie contrastanti e diametralmente opposte che si sprigionano da questi due fenomeni. Da una parte la forza prorompente dei motori, l’enorme accelerazione, i mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo e dall’altra il rallentamento, la brusca, violenta frenata, il blocco dei flussi di persone che migrano.

Tra le opere esposte segnaliamo i bianchi e neri che Robert Doisneau ha dedicato agli stabilimenti Renault e che si contrappongono a quelli di Mimmo Jodice il cui sguardo si sofferma sul senso di inquietudine e di smarrimento delle persone in viaggio.

Un’opera quasi “certosina” è quella invece proposta dalla fotografa svedese Annica Karlsson Rixon che con la sua opera “Camionisti (bianchi)”, composta da 720 piccole stampe montate su d-bond, racconta l’epopea del trucker americani.

È invece sui container che si sono concentrati altri due fotografi: la tedesca Sonja Braas ne immortala centinaia ordinatamente impilati e colorati in attesa di raggiungere chissà quale destinazione; mentre nell’opera di Richard Mosse i container posti a sinistra dello scatto fotografico utilizzati per il trasporto di merci lungo le rotte mondiali, contrastano con quelli a destra, abitazioni per i migranti.

Pendulum, chiosa Stahel «descrive anche il nostro ruotare senza posa su noi stessi, una piroetta a velocità supersonica che finirà per conficcarci nel terreno o farci toccare il cielo».

 

MAST.
via Speranza 42, Bologna
4 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
www.mast.org 

Ingresso gratuito

Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00  

Galleria fotografica

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