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Per i sindacati degli autisti la sentenza della Corte UE sul distacco va applicata anche ai contributi

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Al lavoratore distaccato va riconosciuto lo stesso trattamento retributivo previsto dai contratti collettivi del paese che lo ospita. Questo principio, espresso dalla Corte di Giustizia europea soltanto lo scorso 12 febbraio scorso, sta già facendo discutere. Le segreterie regionali  della Liguria della Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, infatti, hanno dato mandato ai propri uffici legali per capire se effettivamente nel trattamento economico complessivo – a cui fa riferimento la Corte UE – vada ricompresa anche la parte contributiva che le aziende sono tenute a versare per i lavoratori.

L’interpretazione che i tre sindacati uniti vorrebbero far passare, cioè, è quella che in pratica finirebbe per equiparare in tutto e per tutto, almeno per ciò che riguarda il costo del lavoro, il lavoratore distaccato agli altri lavoratori. Ovviamente il mercato a cui guardano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti è quello dell’autotrasporto, rispetto al quale denunciano un vero e proprio “dumping sociale continuato” che, oltre a creare nuova povertà agli addetti del settore, produce, in un mercato privo di regole e controlli, “la chiusura di innumerevoli aziende nazionali o la loro delocalizzazione in paesi dell’Est Europa con l’aggravante perdita di introiti contributivi per gli istituti  previdenziali“.

Sempre secondo i sindacati confederali è necessaria una modifica urgente della Legge Europea “che con le sue troppe lacune lascia spazio a interpretazioni di comodo che producono involuzione del lavoro, precarietà e incertezza che spesso si traducono in veri e propri drammi sociali”.  

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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