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Piemonte, Lombardia e Liguria: logisticamente insieme

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Lo sapevate che Anversa, Rotterdam e Amburgo da sole arrivano a movimentare un quinto di tutte le merci che arrivano in Europa attraverso il mare? La cosa, in realtà, è risaputa e fa male. Anche perché spesso quelle merci che arrivano nei grandi porti del Nord transitano davanti all’Italia e proseguono anche se magari è qui la loro destinazione finale. In Lombardia – dove comunque il comparto della logistica vale 10 miliardi e dà lavoro a 18mila imprese e 90 mila addettila quasi totalità delle merci proviene da Rotterdam invece che da Genova. Ma adesso la parte dell’Italia più vivace e più strategica dal punto di vista trasportistico ha deciso che è giunto il tempo di cambiare. E per farlo ha stretto un sodalizio con il governo proprio per fare di tutta l’area del Nord-Ovest italiano l’area centrale in Europa per la logistica, quella attraverso cui drenare il traffico che adesso prende la rotta del Nord per poi distribuirlo attraverso la ferrovia.

Un piano ambizioso siglato a Novara lo scorso 9 aprile dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e dai tre governatori delle regioni Piemonte, Liguria e Lombardia (rispettivamente Sergio Chiamparino, Giovanni Toti e Roberto Maroni) a chiusura degli Stati generali della logistica del Nord Ovest. Ma soprattutto un piano che mira a stringere le file tra tre regioni, a creare un’unica cabina di regia così da far arrivare direttamente il mare in Lombardia. Un piano elogiato da Delrio che ha espresso la speranza che possa diventare un esempio per altre aree del paese, come per esempio per il Nord-Est o per le nuove cinque aree logistiche del Sud. Con questa iniziativa, infatti, Chiamparino, Toti e Maroni hanno dimostrato di aver compreso come il traffico da intercettare sia di carattere “globale” e che riceverà una presumibile accelerazione con il raddoppio del canale di Suez. Se oggi, si stima, il traffico merci in transito per i porti è di circa 4,4 milioni di teu, ad andare al 2020 si prevede possa arrivare a 6,5 milioni. Ecco perché o si stabiliscono collaborazioni e sinergie per competere su questo mercato, come hanno fatto le tre regioni citate, oppure si è condannato al declino.
«L’inefficienza strutturale – ha quantificato Delrio – costa all’Italia tra i 40 e i 50 miliardi l’anno (come già aveva quantificato l’ultimo piano della logistica realizzato sotto l’egida dell’ex sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, ndr). Serve un cambiamento”. Gli investimenti sul Brennero, sulla Torino-Lione, sul Terzo Valico sono un sintomo di questo cambiamento, esplicitato anche attraverso la riforma delle Autorità Portuali e l’accordo di programma per il potenziamento delle ferrovie. A questo scopo sono stati stanziati 9 miliardi, di cui 260 milioni nel 2015, altri 400 per il 2016. Ma come ha spiegato ancora il ministro, i soldi da soli non sono sufficienti se non cambia anche la modalità di azione e se non si acquisisce la capacità di fare sistema, di stringere sinergie tra istituzioni.

Delrio ha anche ricordato che il governo da parte sua sta puntando molto sullo sviluppo del trasporto ferroviario e sul trasferimento di quote del traffico merci dalla strada alla ferrovia e sul collegamento dei porti ai grandi corridoi multimodali. E rispetto a questi argomenti è suonato in perfetta sintonia l’annuncio dell’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, che ha riferito di come la società del gruppo Ferrovie dello Stato stia investendo per portare treni merci sui binari dell’Alta Velocità. Un investimento concreto, che dovrebbe attuarsi – ha previsto – entro il 2018. 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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