È caduta una pioggia di multe negli ultimi giorni su strade e autostrade colpendo autisti accusati di alterare il tachigrafo del loro veicolo. In Toscana, soltanto in una giornata la Polizia Stradale sulla A1, vicino a Bagno a Ripoli ha fermato tre camion (uno carico di frutta e verdura, il secondo di latte e il terzo di ricambi auto) che avevano manomesso lo strumento di registrazione delle ore di guida. Per tutti e tre è scattata la sanzione di 1696 euro accompagnata dal ritiro della patente.
Poi, la stessa pattuglia spostandosi a Incisa Val d’Arno hanno fermato un altro paio di veicoli pesanti, ma stavolta la sanzione si limitava a 900 euro in quanto non si trattava di alternazione, ma più semplicemente di mancata accensione.
Spostiamoci verso la Romagna, per la precisione nei pressi di Longiano, dove a finire sotto la lente della Polizia Stradale è stato un camion di proprietà di un’azienda di Crotone, condotto da un autista di 60 originario di Lamezia Terme. Qui l’alterazione c’era ed era abbastanza sofisticata, celata all’interno della plancia e scoperta durante un controllo in un’officina, in cui il veicolo era stato condotto. Ma evidentemente gli agenti hanno riscontrato anche altre infrazioni visto che alla fine le sanzioni ammontavano complessivamente a più di 2.000 euro, oltre al ritiro della patente.
Restiamo in zona, spostandoci verso Riccione. Qui un autista greco di 44 anni è stato fermato dalla locale Polizia Stradale mentre conduceva un veicolo di proprietà di un’azienda bulgara. A insospettire gli agenti è stato il comportamento dell’autista che, come si è accorto del posto di Polizia, si è messo a trafficare nel cassetto davanti al sedile passeggero e a muoversi in maniera visibilmente nervosa. A quel punto un agente è salito in cabina e ha visto un telecomando. Per avere conferma su cosa servisse ha chiesto all’autista di ripartire e poi improvvisamente è stato lui stesso ad azionarlo, per poi andare a vedere i dati registrati dal tachigrafo e scoprire che il veicolo risultava fermo.
In più, a quel punto gli agenti hanno anche voluto vedere il certificato di revisione del tachigrafo e lì si sono accorti che questo documento, rilasciato in Bulgaria, risultava chiaramente falso. Di conseguenza oltre all’alterazione dello strumento di registrazione, scattava anche la falsità materiale del certificato. Entrambi giudicati reati penali, per i quali la Polizia ha denunciato l’autista alla magistratura.
Al riguardo possiamo aggiungere che questo dispositivo funzionamente tramite telecomanda – stando a quanto riferito dalla Polizia Stradale di diverse provincie – risulta sempre più diffuso. E gli stessi uomini delle forze dell’ordine hanno in qualche caso rinvenuto anche le officine che eseguono l’installazione di un secondo impulsore attraverso un cablaggio del tachigrafo. Insomma, un sistema elettronico complesso che viene installato, stando alle cifre diffuse dalla Polizia, con una spesa di circa 3.000 euro.
Scendiamo più a sud, sulla A16 nei pressi di Vallata, in provincia di Avellino, dove gli agenti hanno fermato un cinquantenne della provincia di Napoli che era alla guida di un camion di una ditta di Reggio Emilia il cui tachigrafo risultava alterato. Anche in questo caso è scattata la denuncia alla magistratura, ma non soltanto per l’autista, ma anche per il titolare dell’azienda.
Arriviamo infine in Sicilia, a Caltanissetta, dove un autista si è visto ritirare la patente e sanzionare per 800 euro perché aveva rimosso il problema alla fonte: il suo camion infatti risultava completamente privo di tachigrafo.
foto di repertorio