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Porto di Livorno. Muore camionista investito da un muletto

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È stata aperta un’inchiesta per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità sull’incidente avvenuto qualche giorno fa sul Porto di Livorno e che ha provocato la morte di Mauro Filippi, l’autista di 60 anni schiacciato da un carrello elevatore.

Il fatto è avvenuto giovedì scorso all’interno del Terminal Scotto-Neri dove il trasportatore, che lavorava per la società parmense di trasporti TVL 2000, si era recato per caricare cellulosa e mentre stava aspettando che finissero le operazioni di carico del camion, è stato investito da un carrello elevatore che in retromarcia stava operando per caricare sul mezzo proprio l’ultimo bancale di cellulosa.

L’ipotesi di reato dopo questo ennesimo incidente sul lavoro, è quella di omicidio colposo in concorso e sono già quattro le persone iscritte sul registro degli indagati. «Si tratta di un atto dovuto – spiegano gli inquirenti – per dare la possibilità anche agli indagati di nominare i loro consulenti durante gli accertamenti irripetibili che saranno effettuati». Nei guai sono finiti oltre al carrellista anche tre dei suoi superiori, legati alla Scotto-Neri che ha in concessione il Terminal dove è avvenuto l’incidente che si trova tra l’Alto Fondale e la Calata Pisa.

La Filt Cgil di Livorno, annunciando la proclamazione di uno sciopero sulle banchine, con una nota ha affermato «Ancora una volta dobbiamo piangere per un lavoratore morto sul lavoro. Al momento non conosciamo la dinamica dell’incidente, ma ci domandiamo come sia possibile che si debba continuare a morire nelle fasi di carico e scarico dal forklift a camion e viceversa, quando esistono procedure chiare di prevenzione da rispettare». Il sindacato esprime cordoglio e solidarietà alle famiglie coinvolte dalla tragedia «Un camionista morto e un operatore portuale distrutto dal dolore. Dobbiamo fermarci per riflettere, non sono stati sufficienti gli appelli dei sindacati per incrementare la sicurezza in porto, non è stata accolta la proposta di un tavolo dove discutere di un punto di primo soccorso e fare un’analisi della situazione. Oggi più che mai è necessario adoperarsi a tutti i livelli: sindacati, enti locali, imprese e gli enti preposti alla vigilanza affinché non accada più. Non vogliamo più piangere vittime sul lavoro».

Per gli inquirenti «Il piano della sicurezza c’è. Adesso dobbiamo andare a verificare è stato rispettato e soprattutto se qualcuno non si è attenuto alle indicazioni previste».

Oggi verrà svolta l’autopsia sulla salma e una perizia sul muletto sequestrato.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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