Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneUfficio trafficoRiaperta in parte la A26, restano criticità per la portualità ligure (e nel terminal PSA c'è uno sciopero)

Riaperta in parte la A26, restano criticità per la portualità ligure (e nel terminal PSA c’è uno sciopero)

-

La A26 è stata riaperta al traffico, dopo la chiusura disposta fino alla mattinata di ieri. È stata sufficiente una mezza giornata per far tornare l’emergenza a Genova, nel suo porto e nell’intera Liguria. Dopo la chiusura sulla A6 per un cedimento causato da una frana dovuta al maltempo, del viadotto Madonna del monte, e dopo il momentaneo stop di altri due viadotti (Fado Nord e Pecetti Sud) sulla A26 per controlli, a seguito dell’allerta lanciata dalla procura di Genova. Con lo stop sulla A26, il porto di Genova ha visto crollare all’istante il traffico merci in entrata del 30%, dimostrando semmai ce ne fosse bisogno la delicata condizione di connettività in cui si trova. Poi, riaperta in parte la A26, con una sola corsia per senso di marcia, la situazione è migliorata. Ma soltanto parzialmente. D’altra parte qui i numeri non danno tregua: sul porto di Genova transitano ogni giorno circa 8.000 camion, di cui la metà in entrata e l’altra metà in uscita. A questi, in termini di mobilità complessiva, vanno aggiunti i circa 2.000 in entrata e in uscita sul porto di Savona. Quindi è ovvio che anche soltanto un singhiozzo nella circolazione creerebbe disagi; un blocco di un’arteria manda in tilt buona parte del sistema portuale. 

A descrivere la situazione è stato lo stesso presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, Paolo Signorini, che quantificato il calo nella ricezione merci del 30% sullo scalo genovese nel momento di chiusura della A27, ha anche ricordato che la situazione resta difficile,  sia perché la stessa A26 rimane a circolazione ridotta, sia perché «si registrano anche significativi tappi sulla A7, in particolare in prossimità di Busalla, dove ci sono aree di cantiere». Le conseguenze sono tristemente note a chi va in camion: i tempi di percorrenza per arrivare in porto aumentano di 2-3 ore rispetto alla tanto agognata normalità.

Signorini non usa mezzi termini e arriva a sostenere che «i porti di Genova e Savona non si sono mai trovati in una situazione così drammatica». Peggio del momento successivo al crollo del ponte Morandi? In parte si, perché in quel caso, di fronte all’evento drammatico, furono attivate in fretta diverse soluzioni alternative. Adesdo, spiega il presidente, in 80 ore, sono entrate in blocco o in forte rallentamento le tre grandi autostrade che collegano i porti di Genova e Savona con il Nord. E ovviamente tutto il peso della situazione non può ricadere sulla A7, visto che dai porti di questa area passa il 65% del commercio extra Ue della Lombardia e l’82% di quello del Piemonte. 

Come se non bastasse stamattina a Pra’, presso il terminal container PSA, è in corso anche uno sciopero dei portuali. Ragion per cui chi arriva sul luogo, magari dopo aver sostenuto una coda di 2-3 ore più lunga del solito, poi si trova ad affrontare una lunga attesa per accedere in questo terminal. Che di fatto è aperto e in funzione, ma visto che lo sciopero parte con l’inizio del turno e termina con la fine dello stesso, la situazione per avvicinarsi o poi entrare al suo interno, è decisamente critica.


Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link