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Riforma porti: ipotesi accorpamenti per specializzazioni. Le critiche di Uggè

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«A noi  non interessa né il consociativismo, né il conservatorismo. A noi interessa avere il coraggio di cambiare per costruire un futuro e non la conservazione del passato». Sono le parole pronunciate ieri dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi nel corso degli Stati Generali della portualità che si sono svolti a Roma, per presentare le ipotesi al vaglio della commissione dei 15 saggi interessati a stendere il piano della portualità e della logistica. Nel corso della giornata, per dare enfasi all’operazione, è stato anche ricordato chela portualità italiana incide sul PIL per il 2,6%, che èla prima in Europa nel trasporto passeggeri e terza – dietro a Olanda e Regno Unito – per quanto riguarda il trasporto merci, con una movimentazione complessiva di circa 451 milioni di tonnellate di merce, di cui il 55% rinfuse liquide e solide, il 17% Ro-Ro e il 28% altro. Il traffico container, infine, conta in totale 10 milioni di TEU
Ma cambiare come?
Lupi ha cercato innanzi tutto di rassicurare, specificando che in ogni caso «i porti non spariscono», anche se l’ipotesi su cui si sta lavorando è sul come accorparli. E le indicazioni più probabili sono quelle che prevedono non tanto accorpamenti regionali, quanto per «aree-ambiti retrostanti» e basati sulla specializzazione, così da costituire comparti dove i porti finiscano per integrare proprie capacità. Ma si tratta di ipotesi al vaglio, che devono prima di tutto superare il fronte delle divergenze interne ai diversi ministeri, non ancora allineati in materia.

Il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè ha espresso forti perplessità sull’iniziativa, sia sottolineando che «i porti rappresentano una pedina sulla scacchiera del sistema logistico da scegliere secondo la capacità (dai fondali ai collegamenti internazionali) e non perché puntano ad aumentare gli spazi per movimentare i container, già oggi più che sufficienti». Ma soprattutto Uggè ha anche criticato l’iniziativa degli Stati Generali, a cui «le parti interessate sono state invitate per presentare le proprie osservazioni alle nuove linee guida per la logistica dei porti. Osservazioni da valutare entro quattro giorni dal ricevimento di quattro sintetici fogli riassuntivi del nuovo piano e da esporre, al convegno, in cinque minuti: il vero obiettivo era far fumo e lasciare ai politici la decisione su un «arrosto già pronto»?».

Lo sapremo presto.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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