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Ripartizione delle risorse: frattura tra le associazioni dell’autotrasporto sulle deduzioni forfettarie

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La deduzione forfettaria delle spese non documentate è l’argomento a più alto tasso di litigiosità dell’autotrasporto. Sia rispetto alle relazioni tra governo e associazioni di categoria, sia rispetto ai rapporti interni alle associazioni stesse. Lo conferma, semmai ce ne fosse bisogno, il contrasto in atto sulla ripartizione delle risorse dei fondi assegnati all’autotrasporto. L’argomento era stato trattato a margine del Transpotec, lo scorso 22 febbraio a Verona, e subito dopo l’intesa raggiunta in quella sede era stata trascritta dal direttore generale Vincenzo Cinelli in una bozza di decreto. Ma quanto scritto su questa bozza ha appunto sollevato il polverone. Perché se Conftrasporto, a nome di Anna, Assotir, FAI, Fiap e Unitai, considera buono quel testo e chiede, con lettera inviata al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e al viceministro delegato Edoardo Rixi lo scorso 26 marzo, di emanare il decreto così com’è con una certa sollecitudine, il fronte delle imprese artigiane, composto per la precisione Confartigianato Trasporti, CNA-Fita, Sna Casartigiani, Confcooperative, Legacoop – Produzione e servizi e Trasportounito, esprime, in una lettera datata 28 marzo e inviata agli stessi destinatari, un punto di vista completamente opposto. Qual è il motivo del contendere? Ma ovviamente la deduzione forfettaria delle spese non documentate dei piccoli imprenditori. Negli accordi presi con il viceministro Rixi – si sostiene da parte artigiana – c’era un risparmio di 30 milioni di euro conquistato contenendo le risorse per altre voci, così da poter destinare 15 milioni in più a capitoli più bisognosi, quali appunto le deduzioni forfettarie e i rimborsi dei pedaggi autostradali. Invece, nella bozza del decreto, «per motivi a noi sconosciuti» – si legge nella lettera delle associazioni artigiane – tutti i 30 milioni vengono destinati alla seconda misura. Da qui la richiesta di garantire gli importi delle deduzioni forfettarie «in continuità con quanto avvenuto l’anno scorso».

Rispetto ai pedaggi, invece, visto che lo stanziamento si preannuncia non sufficiente, si richede, in linea con quanto concorato con il viceministro Rixi nel corso del Transpotec, di andare a recuperare risorse togliendole ai camion stranieri in transito.

Conftrasporto, invece, scrive nella lettera di andare avanti spediti e il vicepresidente Paolo Uggè, nel suo punto settimanale, definisce la presa di posizione delle associazioni artigiane come il tentativo di «delegittimare il ruolo di un vice ministro bloccando il decreto di riparto, frutto dell’intesa raggiunta con le associazioni più rappresentative del settore, perché contestato da alcune di queste, con il rischio di ritardare (speriamo di non perderle) la messa a disposizione delle risorse».
Insomma, è evidente che lo scontro vede da una parte le piccole e medie imprese e, dall’altra, le aziende più strutturate, visto che le prime considerano le deduzioni forfettarie una sorta di ossigeno da salvaguardare, una misura da stabilizzare in forma pluriennale in contabilità semplificata, le seconde un intervento inutile e a pioggia, nemmeno vincolato all’ammodernamento del parco circolante, nel senso che ne beneficiano – come sottolinea Uggè – anche «coloro che magari non pagano le imposte e inquinano le città».

Insomma, uno scontro antico, una replica di spettacoli andati in scena in anni passati, che rischia di rompere l’unità nella rappresentanza di categoria, condizione necessaria per incrementare la forza della propria azione e l’efficacia delle proprie trattative.

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