Ma il temuto taglio del rimborso accise per gli autotrasportatori ci sarà veramente? La domanda, come sapete, non è peregrina, perché esisteva una norma, all’interno della legge di stabilità del 2014, in cui era previsto che a partire dal 2019 questa misura a favore dell’autotrasporto sarebbe stata decurtata del 15%. Ma ieri, in Commissione Bilancio della Camera, è stato approvato un emendamento con cui è stato introdotto un articolo 8-bis (commi 30-31) che elimina ogni dubbio in quanto fornisce una chiave interpretativa. In pratica chiarisce che il previsto taglio del rimborso accise è da intendere abrogato dal decreto-legge n. 193 del 2016 e che quindi è superato ogni effetto di riduzione del predetto credito d’imposta. Di conseguenza non devono più temerlo nemmeno i veicoli euro 3. Una norma che ovviamente il vice ministro Edoardo Rixi ha messo subito sul tavolo quando il 5 dicembre scorso si è presentato all’incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria dell’autotrasporto, sottolineando che questo intervento, che comunque vale da solo circa 100 milioni di euro all’anno (e peraltro può dirsi garantito anche per il 2020 e per il 2021) non è stato così facile e anzi ha richiesto non pochi sforzi.
FONDO RINNOVO VEICOLI ADDIO O ARRIVEDERCI?
Ma come spesso accade, la notizia buona serviva ad addolcire quella più amara, costituita dal ritiro invece di un altro emendamento faticosamente conquistato la scorsa settimana, relativo alla costituzione di un Fondo per il rinnovo del parco veicolare alimentato con 50 milioni di euro. Seppure alla Camera questo Fondo è sparito, insieme al relativo emendamento, Rixi ha ribadito la volontà del governo nel ripresentarlo, in quanto lo svecchiamento del parco circolante costituisce una finalità strategica dell’esecutivo. Anche perché veicoli nuovi non soltanto inquinano meno di quelli più obsoleti, ma dispongono anche di dotazioni tecnologiche maggiormente in grado di garantire la sicurezza stradale e sociale. Peraltro, il Fondo per il rinnovo farebbe il paio con un’altra norma presentata in Commissione Trasporti dal Movimento 5 Stelle, relativa a una modifica del Codice della strada con cui si imporrebbe a tutti i veicoli impegnati nel trasporto di merci pericolose il cruise control adattivo con frenata assistita, vale a dire l’equipaggiamento che tutti i veicoli di nuova immatricolazione, a partire dal 2015, dovrebbe obbligatoriamente avere. È chiaro infatti che imporlo a un intero comparto (con tempistiche non meglio chiarite) finirebbe per accelerare il rinnovo del parco, marciando così nella stessa direzione del Fondo per adesso tramontato.
IN FORSE ANCHE I PEDAGGI AUTOSTRADALI
Altra lacuna ancora da colmare riguarda la riduzione compensata dei pedaggi autostradali, altro sostegno storico di cui gode il settore e che necessita di 46 milioni per restare operativo. Al momento questi soldi non ci sono. Il vice ministro ha dichiarato che si impegnerà per reperirli. Ma qui ovviamente si entra sul terreno della speranza.
Sull’obbligo di contributo da parte delle aziende di autotrasporto all’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), i rappresentati delle associazioni hanno ribadito la loro contrarietà, argomentandola con il fatto che il trasporto merci su gomma è un settore liberalizzato e a questo scopo l’ART non ha mai lavorato per una regolamentazione in tal senso. Tutti argomenti che saranno ripresi anche in sede di consultazione presso l’ART già in programma nei prossimi giorni.
In questa alternanza tra notizie calde e notizie fredde, Rixi ha poi passato in rassegna una serie di altre misure. Tra le calde, le risorse per l’autotrasporto previste anche dal decreto Emergenze, a cui si aggiungerà un altro stanziamento nella legge di Bilancio. Tra le fredde, l’incagliamento del riordino dei trasporti eccezionali negli scogli della conversione del decreto Emergenze, anche se lo stesso vice ministro si è detto convinto dell’urgenza di riproporre una norma di riordino della materia, in particolare per i trasporti ripetitivi di 108 ton.Tra le calde, l’incremento di organico pubblico della Motorizzazione, in modo da efficientare il processo delle revisioni dei veicoli pesanti, anche se per l’integrazione di tale procedura pubblica con l’apertura a officine private, ci sarebbero dei problemi piuttosto ingarbugliati da risolvere. Tra le fredde, la mancanza di un provvedimento dell’Agenzia delle Entrare per rendere quantificare e quindi rendere fruibile la deduzione serve l’integrazione delle deduzioni forfettarie delle spese non documentate relative ai redditi 2017, pari a 26,4 milioni. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 15 dicembre e a questo punto non è scontato che l’Agenzia emani il provvedimento entro questa data, anche se Rixi ha garantito pressioni in tal senso sul ministero dell’Economia e delle Finanze.
Commenti in chiaro scuro anche da parte delle associazioni di categoria. Amedeo Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti e di Unatras, ricorda infatti positivamente come «il vice ministro Rixi abbia fornito le prime risposte alle questioni che avevamo avanzato» e giudica fondamentale aver abrogato il taglio al rimborso delle accise «dimostrando grande sensibilità per la tenuta del settore che paga il più alto costo del gasolio in Europa». Poi però aggiunge, negativamente, della necessità «che il Governo riproponga il fondo nazionale per il rinnovo del parco veicoli che stimolerebbe gli investimenti e creerebbe una strategia di sviluppo di lungo periodo per il settore». Ma su questo il coro di critiche all’interno dell’autotrasporto è praticamente unanime.