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Salerno vuol difendere il suo porto dall’accorpamento con Napoli

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Un camion che traina un container blu con attaccato un grande striscione: «Giù le mani dal porto di Salerno». È l’immagine simbolo della manifestazione organizzata nei giorni scorsi da sindacati, operatori e da tutti coloro che intendono esprimere contrarietà all’accorpamento – previsto dalla riforma dei porti – delle tre autorità portuali campane, Napoli, Salerno e Castellammare. A lanciare l’iniziativa inizialmente è stata Assotutela, associazione fondata nel 1982 per lo sviluppo del porto di Salerno. Ma striscioni che ripetono lo stesso testo stanno comparendo, giorno dopo giorno, in ogni angolo della città. Il timore è che una realtà vitale, come quella salernitana, diventata un’infrastruttura essenziale soprattutto nel settore del trasporto merci e delle autostrade del mare, possa cambiare anima per essere impegnata soltanto sul traffico passeggeri, che offre margini e volumi decisamente inferiori e quindi espone a maggiori rischi il lavoro di centinaia di persone.

Proprio per questo Assotutela ha redatto un documento da sottoporre a cittadini e istituzioni per «condividere ed attivare ogni possibile azione tesa a preservare la piena autonomia gestionale, operativa e finanziaria del porto di Salerno».

Rincara la dose anche in Commissione Trasporti, il Capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle Andrea Cioffi, che sostiene come «accorpare Salerno sotto Napoli è come inserire una cellula sana in un corpo malato. Il rischio è che si infetti la cellula, invece di far guarire il corpo». La ragione di questa infezione deriverebbe dal fatto che «l’autorità portuale di Salerno – continua Cioffi – ha un organico infinitamente più piccolo rispetto a Napoli e negli anni ha dimostrato di saper assecondare le esigenze degli imprenditori portando il porto di Salerno a diventare un modello di efficienza. Modello a cui Napoli, immobilizzata da un organico pesante, da dirigenti con stipendi da capogiro e la presidenza commissariata da anni, ha provato ad ispirarsi per essere competitiva». 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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