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Sanzionati due autisti “calamitati”, ma per il penale si mandano gli ispettori in azienda

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Paese che vai, usanza che trovi. Nei giorni scorsi vi abbiamo segnalato tanti casi in cui gli agenti della polizia stradale di fronte a una manomissione del tachigrafo procedevano per la denuncia penale e altri in cui ci si fermava alla sanzione amministrativa. Anche se, soprattutto dopo la pronuncia della Cassazione che forniva una lettura del fatto come reato penale, le quotazioni della prima corrente hanno preso il sopravvento. Ieri invece in Romagna, la polizia municipale di CesenaMontiano ha trovato una terza via in qualche modo favorevole agli autisti. Nell’arco di un pomeriggio infatti hanno fermato e punito con i tradizionali 1.696 euro, la sospensione della patente e la sua decurtazione di 10 punti due autisti trovati con la classica calamita: un 43enne di origini macedone ma residente ad Ancona e un 49enne di Campobasso.

A quel punto, invece di denunciare gli autisti alla procura, hanno trasmesso (come peraltro prevede la legge di fare) gli atti alla Direzione Provinciale del Lavoro affinché si recasse direttamente presso le aziende e, in base ai risultati dell’ispezione, valutasse l’esistenza dei presupposti per inquisire la società per il reato previsto dall’art. 437 del codice penale, vale a dire la manomissione o la rimozione di strumenti finalizzati a garantire la sicurezza sul lavoro. Procedura più lunga, forse anche troppo (nel senso che mette in condizioni l’azienda di “ripulire” eventuali macchie), ma sicuramente ineccepibile.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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