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Scandalo patenti a Como, 380 trasportatori indagati per false certificazioni

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Sarebbero 380 gli indagati nella maxi-inchiesta sulla falsificazione dei rinnovi di patenti e certificazioni compiute da tre autoscuole della provincia di Como. E purtroppo gli accusati sono autotrasportatori che avrebbero ottenuto – senza frequentazione dei corsi – il rinnovo sia di 330 Carte di qualificazione del conducente (CQC) che di 80 abilitazioni speciali al trasporto di merci pericolose (ADR). Finora 12 persone sono agli arresti, di cui 7 in carcere e i rimanenti ai domiciliari. Tra queste il direttore della Motorizzazione – imputato di aver ricevuto mazzette – e i dirigenti responsabili delle tre autoscuole comasche. Le accuse sono di corruzione, falso in certificazione e atto pubblico e, in alcuni casi, associazione a delinquere.

Il pubblico ministero che svolge le indagini, Massimo Astori, ha spiegato che i responsabili delle autoscuole falsificavano i registri dei corsi per attestare la presenza degli autisti, in realtà in giro per l’Italia con i loro veicoli. Per avere i documenti senza sforzo – ovvero senza la settimana di frequenza obbligatoria per 7 ore di lezione al giorno – si pagava in più da 250 a 800 euro. Quando poi le prove scritte erano portate in Motorizzazione , secondo gli inquirenti il responsabile della direzione territoriale dei trasporti di Como, Antonio Pisoni, avrebbe compilato i questionari barrando le risposte lasciate in bianco dagli autisti con oltre 100 schede alterate. Indagato anche un dipendente della Parmalat, che avrebbe ottenuto per gli autotrasportatori che lavorano per l’azienda 73 CQC rilasciati senza corso.

Le indagini erano iniziate circa due anni fa, quando la Polizia si accorse che i corsi delle autoscuole coinvolte erano frequentate da un numero molto alto e perciò anomalo di autisti provenienti anche da altre Regioni. Ma non basta. Pare che alle lezioni non presenziassero nemmeno i medici che avrebbero dovuto occuparsi di una parte della formazione obbligatoria per i camionisti. Uno di questi, indicato per le lezioni di conoscenza di rischi professionali e condizioni psicofisiche dei conducenti, ha dichiarato di non essere mai stato avvisato ed ha presentato denuncia già nel febbraio scorso. In altri casi veniva annotata la presenza di un medico alle lezioni, senza indicare alcun nome nei registri e nelle comunicazioni alla direzione territoriale dei trasporti di Como.

Insomma, una brutta vicenda che ci riporta alla mente l’ultimo scandalo patenti avvenuto nel 2006.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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