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Sciopero 30-31 ottobre: i sindacati organizzano presidi, Unatras/Anita chiedono presenza della polizia

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C’è stato lo sciopero del 27 ottobre, ma adesso si replica per il 30 e 31 ottobre. Sciopero che, lo ricordiamo, è motivato dal mancato rinnovo del contratto colletivo di lavoro del trasporto merci, della logistica e delle spedizioni, scaduto da circa due anni. A margine dello sciopero, fa sapere la Filt Cgil, sono state organizzate molte iniziative con presidi e manifestazioni. Vediamo dove.

Il 30 ottobre a Roma dalle 9.30 davanti alla Prefettura nelle principali città, a Torino dalle 10 a Piazza Castello, a Bologna dalle 10 davanti la sede delle Centrali Cooperative, a Ravenna dalle 10 a piazza del Popolo. 

Il 31 ottobre, invece, a Milano presso la Prefettura dalle 9, a Firenze dalle 11.30 presso il Ponte alle Grazie, ad Ancona dalle 10 a piazza del Plebiscito. Una manifestazione a Vicenza da Piazza Castello a Piazza Matteotti.
Ci saranno poi presidi in molti porti (Genova, La Spezia, Venezia, Livorno, Napoli, Salerno, Cagliari, Olbia), interporti (Rivalta Scrivia e Arquata Scrivia, Padova, Verona, Bologna, Parma, Maddaloni Marcianise, Bari) e nelle aree industriali e della logistica di Piacenza, Larizzate (Vercelli), Biandrate e Agognate (Novara), Asti, Cuneo, Campi Bisenzio (Firenze), Siracusa, nei mercati ortofrutticoli di Genova, Napoli e Vittoria (Ragusa) e, conclude il comunicato della Filt, «presso le sedi locali di aziende del settore come SDA a Carpiano (Milano), Amazon a Origgio (Varese), BRT, DHL, Fercam a Bolzano, GLS, UPS, TNT».
 

Questi presidi preoccupano Unatras e Anita che congiuntamente hanno scritto al ministro dell’Interno, Marco Minniti, per far presente come «potrebbero essere messi in atto blocchi illeciti dei varchi di accesso da parte di pochi scioperanti». Proprio per questo le associazioni dell’autotrasporto chiedono che «pur nel rispetto del diritto allo sciopero, tali aree siano presidiate dalle forze dell’ordine con anticipo rispetto all’inizio dello sciopero, così da poter scongiurare disordini e possibili interferenze tra chi intende bloccare tali strutture e i lavoratori che vi vogliono accedere perché non intendono aderire all’iniziativa».


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