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Sciopero alla Hupac di Busto Arsizio

Tra le richieste del sindacato di base CUB Trasporti la revisione dell'accordo sul lavaggio dei dispositivi di protezione individuale, un premio aziendale e aumenti salariali. L'azienda: «Siamo aperti a un dialogo costruttivo»

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Da stamattina alle 5 al centro di interscambio dell’Hupac di Busto Arsizio-Gallarate è in corso uno sciopero promosso dal sindacato CUB Trasporti Linate-Malpensa, con un picchetto all’ingresso del terminal.
La questione al centro della protesta è il recente accordo sottoscritto da Hupac e le organizzazioni confederali sul lavaggio dei DPI, i dispositivi di protezione individuale. Secondo il CUB, questa intesa «mette in atto un meccanismo che nei fatti porterà parecchi lavoratori a continuare il lavaggio dei DPI a proprie spese. Inoltre l’intesa riconosce solo una minima parte degli arretrati». A parere della sigla sindacale, inoltre, gli accordi sarebbero illegittimi perché non sarebbero stati approvati dalla votazione dei lavoratori interessati.
Oltre alla questione DPI, il CUB contesta anche il meccanismo di calcolo del premio aziendale «che non porterebbe alcun vantaggio ai lavoratori e quindi andrebbe ridiscusso», chiedendo in più un aumento salariale a causa dell’incremento del costo della vita.
Infine, la protesta si estende sul lato della flessibilità e sul lavoro notturno al sabato; secondo il CUB «la direzione aziendale pensa di continuare l’applicazione di un accordo che ormai è stato annullato senza nessun riconoscimento per i lavoratori».

La risposta della società ferroviaria svizzera, specializzata nel trasporto combinato ferrovia-strada, non si è fatta attendere. In una nota stampa, l’azienda ha rimarcato che l’adesione allo sciopero è del 15% del totale dei dipendenti, «una quota relativamente bassa che tuttavia ha limitato le regolari attività del terminal». Secondo Hupac, però, le ripercussioni operative causate dallo sciopero sono state finora limitate, avendo potuto gestire i treni anche con il supporto di altri terminal del Gruppo.
«Siamo sorpresi da questa iniziativa che si svolge in un difficile contesto economico, caratterizzato da una forte contrazione dei volumi di traffico e da un calo importante di fatturato – ha dichiarato Roberto Paciaroni, direttore di Hupac – L’azienda ha sempre dimostrato la massima disponibilità al fine di garantire il futuro dell’attività lavorativa, a tutela degli interessi di tutto il personale».
Sulla pretesa del CUB di un referendum sull’accordo DPI, Paciaroni ha precisato che «la richiesta è stata da noi accolta e pertanto chiediamo di procedere in tal senso, rispettando le intese raggiunte».

In merito ai presunti salari bassi, la società elvetica ricorda che «la media degli stipendi riconosciuti al personale Hupac è nettamente superiore a quella del settore. Lo prova anche l’elevata anzianità di servizio dei collaboratori, a testimonianza del soddisfacimento delle condizioni lavorative ed economiche».
A conclusione Hupac ha rinnovato l’invito a tutti i dipendenti e alle associazioni sindacali a «riprendere le trattative in uno spirito costruttivo e propositivo, evitando speculazioni che indubbiamente non portano benefici ai collaboratori e all’azienda».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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